Bicocca inaugura l’anno accademico e dà una nuova casa a ricerca e innovazione

Foto Taglio del nastro U28

Bicocca inaugura l’anno
accademico e dà una nuova casa a
ricerca e innovazione

Inaugurato nella sede di Monza
l’anno accademico 2015-2016 dell’Università di Milano-Bicocca. Nel corso della
cerimonia presentato anche il nuovo edificio U28 che vuole essere una casa
della ricerca e dell’innovazione per la medicina di frontiera e di precisione.

Milano, 3 dicembre 2015 – «Il
2015 è stato un anno di grande divulgazione e promozione di scienza, cultura e
ricerca sia per la nostra comunità accademica sia per la città di Milano. La
cerimonia di oggi è un’ottima opportunità per raccontare come questi fattori
uniti alla formazione e partecipazione dei giovani, siano il motore dello
sviluppo sociale ed economico delle nostre società». Così il rettore Cristina
Messa, ha aperto questa mattina nella sede di Monza la cerimonia di
inaugurazione dell’anno accademico 2015/2016 dell’Università di Milano-Bicocca
(scarica
il discorso del Rettore).

La cerimonia di apertura
dell’anno accademico si è svolta nel Polo di Monza dell’Ateneo in occasione
della contemporanea presentazione del nuovo edificio U28 destinato alla ricerca
biomedica di frontiera e alla medicina di precisione che completa il campus
monzese affiancandosi agli edifici U8, U18 e U38 dove già si svolgono le
attività di didattica e ricerca del Dipartimento di Medicina e Chirurgia e
dell’Ospedale San Gerardo partner dell’Università.

«In questa nuova Casa della ricerca e dell’innovazione,
ci piace chiamarla così – ha proseguito Messa -, si farà ricerca di frontiera
in ambito biomedico in un contesto ‘open access’ con il duplice obiettivo di
attirare ricercatori e finanziatori anche dall’estero e accorciare i tempi
della sperimentazione clinica per arrivare più in fretta al letto del paziente».

L’U28 è stato pensato per essere la Casa della ricerca e dell’innovazione. Non è destinato infatti alle attività didattiche, ma a ospitare
la ricerca biomedica di frontiera: tecnologie che stanno emergendo come
nanomedicina e scienze omiche, cioè genomica, proteomica, metabolomica,
considerate fondamentali per la medicina di precisione. Un ambiente di ricerca
basato sul modello della open science in cui la presenza di tecnologie è
combinata con la presenza di competenze (scarica
la scheda dell’U28).

Più di diecimila metri
quadrati di superfice, nei quali troveranno posto grandi attrezzature per la
ricerca e persone che la ricerca la fanno: docenti, dottorandi, assegnisti di
ricerca.

La struttura, che sorge nel
comune di Vedano al Lambro al confine con Monza, è stata realizzata nell’ambito
di un accordo di programma tra Regione Lombardia e Università di
Milano–Bicocca, a cui successivamente hanno aderito il Comune di Vedano al
Lambro, l’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza e la Provincia di Milano. Il
costo finale è stato di oltre 13 milioni di euro, con un contributo della
Regione Lombardia di 6.500.000 euro.

Il rettore ha ricordato che il
totale dei finanziamenti ottenuti per progetti di ricerca finanziati su base
competitiva e da attività conto terzi è stato di oltre 14 milioni di euro ed è
aumentato dell’8 per cento, passando da circa 13,5 milioni dell’anno 2014 a
circa 14,6 milioni nel 2015. Di questi il 26 per cento è rappresentato da
finanziamenti Europei e circa il 30 per cento dalle entrate dei progetti in
collaborazione con terzi. Particolarmente interessante è la crescita del 36 per
cento del dato relativo all’attività di ricerca con le imprese che «rappresenta
direttamente la misura del valore della nostra ricerca».

Alla cerimonia di
inaugurazione ha partecipato anche Mauro Ferrari, Presidente e CEO del Houston
Methodist Research Institute. Tra i fondatori della nanomedicina, Ferrari ha
intuito l’importanza di fondere insieme il lavoro di fisici, clinici,
informatici e chimici per ottenere risultati nella cura dei tumori e ha
costituito aziende attive nella produzione di nanoparticelle impiegate nella
cura di alcuni tipi del cancro (scarica
la biografia di Ferrari).

«In questi anni l’Università
di Milano-Bicocca ha dedicato molta attenzione alle aree emergenti delle
scienze biomediche, quali la nanomedicina e la biologia dei sistemi – ha detto
Ferrari nel suo intervento -. Queste aree definiranno il futuro della medicina
e dei sistemi sanitari su base globale. È quindi particolarmente significativo
che in questa occasione si proceda anche a inaugurare un centro dedicato alla
nanomedicina e ai dispositivi nanotecnologici per le scienze biologiche.
L’Ateneo ha dimostrato così tutta la sua capacità esecutiva che sottende queste
iniziative alle frontiere della scienza».

Nella foto
in allegato: il taglio del nastro del nuovo complesso U28 dedicato alla ricerca
biomedica di frontiera. Da sinistra a destra:
Mario Melazzini, Assessore
alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione, il rettore Cristina Messa e il
sindaco di Vedano al Labro, Renato Meregalli. 

L’Università di Milano-Bicocca è attiva dal 1998. Attualmente ha
31.514 studenti iscritti ai corsi di laurea, laurea magistrale e laurea
magistrale a ciclo unico, in aumento del 4 per cento rispetto al 2014.
L’offerta didattica è articolata in 66 corsi di studio in sette diverse aree
disciplinari: economico-statistica, giuridica, medica, psicologica,
sociologica, scientifica e della formazione. Ci sono poi 17 Corsi di dottorato
coordinati da un’unica Scuola e 37 Scuole di Specializzazione. La ricerca si
svolge in 14 dipartimenti, 3 Centri di Eccellenza e 44 Centri di Ricerca
universitari e interuniversitari.
Il Campus si estende su una superficie
di oltre 290.000
mq,
distribuiti tra il polo milanese nel quartiere Bicocca e il polo
Biomedico di Monza, a pochi chilometri da Milano.
Nel 2011 è stato inaugurato sull’isola di Magoodhoo, nell’atollo di Faafu, alle
Maldive, il maHRE Center, centro di ricerca e formazione nei campi delle
scienze ambientali e dell’ecologia marina.

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