MUSICAL!: SI PARTE CON JESUS CHRIST SUPERSTAR

Il capolavoro di Andrew Lloyd Webber (Cats, Il Fantasma dell’opera…) passato alla storia come uno

Jesus Christ SStar

dei musical più famosi e amati di tutti i tempi, anche grazie alla versione cinematografica che ne diede Norman Jewison negli anni ’70. Un successo dovuto alla fortunata combinazione fra musica rock, teatro musicale e una grande storia immortale. È Jesus Christ Superstar, in scena per la rassegna “Musical!” al Teatro Comunale Luciano Pavarotti venerdì 30 e sabato 31 ottobre 2015 alle 21 nell’edizione curata e prodotta in Italia da Massimo Romeo Piparo e da PeepArrow Entertainment. Un’edizione che presenta nel ruolo del titolo Ted Neeley, storico protagonista del film di Jewison, in un nuovo spettacolo che ha debuttato al Teatro Sistina di Roma con successo di pubblico e critica e che ha già tenuto 120 repliche in 16 città italiane. In scena con Ted Neeley, protagonista dell’omonimo successo cinematografico icona degli Anni Settanta, anche Feysal Bonciani (Giuda), Simona Distefano (Maria Maddalena), Paride Acacia (Hannas), Emiliano Geppetti (Pilato), Claudio Compagno (Simone), Francesco Mastroianni (Caifa), Mattia Braghero (Pietro) e Salvador Axel Torrisi (Erode).
L’ensemble musicale è diretto da Emanuele Friello, in scena 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, le scenografie di Giancarlo Muselli elaborate da Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona.

Era la primavera del 1969 quando l’allora ventenne e sconosciuto Andrew Lloyd Webber compose la canzone Superstar, sul testo dell’amico 23enne Tim Rice. Il singolo usciva quasi in sordina in Inghilterra nel novembre dello stesso anno e nel dicembre arrivava a un imprevisto successo negli Stati Uniti. Questo è il nucleo da cui è nato il musical. Una sacra rappresentazione moderna e laica, amata e contestata, degli ultimi sette giorni di Cristo che ancora oggi, a più di 40 anni di distanza, colpisce per forza e drammaticità nella sua miscela di rock e Vangelo. Insieme Webber e Rice avevano scritto nel ’68 Joseph and the Amazing Technicolor Dreamcot (Giuseppe e il suo stupefacente mantello in technicolor) sul personaggio biblico. Poi l’intuizione di un Gesù rivisitato però dal punto di vista di Giuda. Così nel 1970 nasceva l’opera rock Jesus Christ Superstar, un doppio album con un’orchestra sinfonica di 85 elementi, 6 musicisti rock, 3 cori. La parte di Gesù venne interpretata da Ian Gillan dei Deep Purple. Fu l’album più venduto negli Stati Uniti nel ’71. Il produttore Roger Stigwood decise di farne uno spettacolo teatrale che debuttò a Broadway l’anno stesso con la regia di Tom O’Horgan (il regista di Hair) mentre a Londra debuttò nel 1972 per rimanervi 8 anni e diventare, con 3.358 rappresentazioni, il successo più duraturo del West End. Ancora oggi è in scena in decine di Paesi del mondo.
“Leggendo i Vangeli – racconta Piparo – sembra quasi scontato che il sottofondo musicale debba essere Rock. Che l’ambientazione più adatta sia un deserto con alcuni elementi architettonici statici e animati dalla sola potenza della musica. Che l’epoca più giusta per la loro rappresentazione siano gli anni ’70. Eppure prima di Jesus Christ Superstar non era così. Ecco perché l’Opera di Webber e Rice è entrata nel mito. E quel mito non va assolutamente dissacrato, reinterpretato, elaborato: va rispettato, omaggiato e celebrato. Quel mito oggi si fa realtà attraverso Ted Neeley: una lezione di vita e di professionalità per tutti noi artisti italiani. Dopo quarant’anni la sua umiltà, la sua semplicità e al contempo la sua forza smisurata, la sua contagiosa passione sono esempio vivido della statura di un grande artista”.