Grande mostra > James Tissot > 26 settembre 2015 – 21 febbraio 2016 > Chiostro del Bramante, Roma

James Tissot, La più
bella donna di Parigi
, 1883-1885. Olio su tela, 146,32×101,6
cm.Musée d’art et d’histoire de
Genève © MAH Genève photo Bettina Jacot Descombes

James Tissot26 settembre 2015 – 21
febbraio 2016

Chiostro del Bramante, Roma

Per la prima volta in Italia,
l’attesissima mostra sul grande pittore francese James Tissot (Nantes, 1836 –
Buillon 1902).
Le sue opere si potranno finalmente ammirare al Chiostro del Bramante di
Roma (26 settembre 2015 – 21 febbraio 2016) dopo le importanti
esposizioni dedicategli in tutto il mondo come James Tissot al Petit
Palais (Parigi – 1985), Victorian Life Modern Love (Yale Center for
British Art, New Haven Connecticut – Musée du Québec, Québec City, Canada –
Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, New York, tra il 1999 e il 2000), James
Tissot et ses Maîtres
a Nantes presso il Musée des Beaux-arts (2005) e
infine la mostra The Life of Christ del Brooklyn Museum of Art (2009).

Raffinato protagonista dell’élite del suo tempo, invidiato e amato in
pari misura, James Tissot è un pittore la cui arte è ancora oggi per alcuni
aspetti un enigma, tra influenze impressioniste e istanze preraffaellite.

Francese di nascita ma britannico di adozione, vissuto a suo agio tra
conservatori e liberali, Tissot celebra nei suoi quadri la vita dell’alta
borghesia – il ceto portato in auge in epoca vittoriana tra rivoluzione
industriale e colonialismo – trasformando la quotidianità in imprese eroiche e
celebrative, mutando ogni gesto in un cliché non privo di originalità.

Dart – Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, con il Patrocinio
dell’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma, hanno fortemente creduto
nella necessità di presentare al pubblico italiano un artista ancora poco
celebrato.

In mostra 80 opere provenienti da musei internazionali quali la Tate di
Londra, il Petit Palais e il Museo d’Orsay di Parigi, che raccontano l’intero
percorso artistico del pittore e l’influenza che su di lui ebbe l’ambiente parigino
e la realtà londinese, dando conto della sua vena sentimentale e mistica, del
suo incredibile talento di colorista e del suo interesse per la moda.

Tra le opere esposte, capolavori quali La figlia del capitano e La
figlia del guerriero
entrambe del 1873 accanto alla Galleria dell’HMS
Calcutta
(1886) che illustrano i temi principali della sua arte sempre
trattati con profondità psicologica e che attestano il suo talento di colorista
e fine osservatore del suo tempo.

La mostra è organizzata con il sostegno eccezionale del Museo d’Orsay,
vede come sponsor Generali Italia e come partner dell’iniziativa
Trenitalia
. L’evento è consigliato da SKY Arte HD.

L’ARTISTA

Jacques Joseph Tissot (Nantes, 1836 – Buillon, 1902), figlio di un commerciante
di stoffe (Marcel Théodore) e di una modista disegnatrice di cappelli (Marie
Durand) – da qui la sua accortezza per i dettagli dei vestiti – si colloca
all’interno della corrente del Realismo sviluppatasi in Francia nel 1840,
accanto a Courbet, Daumier e Millet.

Il nome francese, naturalizzato inglese, sintetizza gli influssi
storico-artistici della sua stessa arte.

Al principio i suoi quadri, prevalentemente di carattere storico, risentono
dell’influenza della scuola olandese e, accolti benevolmente dalla critica,
esposti al Salon del Louvre nel 1859.

Presto Tissot cambia però il soggetto delle sue opere, dedicandosi alla
rappresentazione di ambienti e personaggi della Parigi mondana, esprimendo
magistralmente il fascino femminile.

La sua precisione è così realistica da far apparire i suoi ritratti come
fotografie: costumi e accessori, sono resi con dovizia e ricchezza di
particolari, e rivelando i gusti dell’aristocrazia, ostentano lo status sociale
dei suoi soggetti.

È questa l’epoca in cui Tissot, fedele agli insegnamenti di Ingres e in
sintonia con i futuri impressionisti, si libera della tradizione francese e si
fa esempio della modernità nonché emblema dell’atmosfera intellettuale che lo
circonda, affermandosi come uno dei ritrattisti più talentuosi della sua generazione.
I suoi quadri diventano i soggetti per copertine di libri e riviste.

Nel 1873 Tissot decide di trasferirsi a Londra per lasciarsi alle spalle gli
orrori di Parigi dopo la guerra franco-prussiana e l’assedio della città
(1870-71), e fuggire alle feroci esecuzioni di massa che avvenivano proprio
vicino la sua casa.

Egli accetta alcune committenze offertegli da amici in Inghilterra, producendo
opere pensate appositamente per il mercato inglese, da vendere ed esporre.

A Londra si avvicina alla tecnica dell’acquaforte: disegna caricature, dipinge
ritratti e soggetti caratterizzati dalla fedeltà realistica e dalla morbida
resa cromatica. Inizia a dipingere eventi sociali, gli ambienti e i personaggi,
venendo però spesso tacciato di eccesso di precisione realistica.

Sempre di questi anni (1876) è l’incontro con Kathleen Newton, giovane donna
irlandese con alle spalle una storia di adulterio che, dopo aver divorziato dal
marito Ufficiale dell’Esercito Inglese, una volta tornata a Londra, era stata
esclusa dalla buona società vittoriana.

Kathleen diventa modella e amante di Tissot che, per amor suo, trascura i
salotti londinesi.

Malata di tisi, Kathleen muore suicida nel 1882. Tissot non si riprenderà mai
più della sua perdita: vende la casa di Londra ad Alma-Tadema e torna a Parigi.

La crisi mistica che deriva dal lutto per Kathleen segna la sua arte: la
definitiva conversione al cattolicesimo lo porta a passare il resto della sua
vita a illustrare la Bibbia e a viaggiare per dieci anni in Medio Oriente e in
Palestina.

Rientrato in Francia, lavora a una serie di soggetti del Vecchio Testamento che
non porterà mai a termine: 80 di queste opere saranno esposte a Parigi nel
1901, un anno prima di abbandonare improvvisamente il mondo nell’agosto del
1902.

Tissot ha goduto in vita di un notevole successo. Negli anni ottanta del
Novecento la critica anglosassone ha definitivamente attestato il valore della
sua opera. La Francia gli ha dedicato importanti personali (da quella a Parigi
al Petit Palais nel 1985 a quella di Nantes al Musée des Beaux-Arts nel 2005),
presentando il lavoro di questo artista così celebre in Inghilterra ma fino ad
allora trascurato in patria.

Negli ultimi decenni altre esposizioni in tutto il mondo hanno dato modo agli
studiosi di tornare con maggiore accuratezza sulla cronologia e la collocazione
delle sue opere, con un’attenzione particolare alle implicazioni sociali e
culturali della sua poetica.

LA MOSTRA

Otto sezioni tematiche disegnano il percorso artistico e spirituale
dell’artista di Nantes, attraverso un viaggio cronologico che ne racconta
passioni, tormenti e vissuto.

Prima e seconda sezione – Gli inizi a Parigi: pittore di storie

Tissot inizia la carriera a Parigi proponendo scene di storia ispirate al
Rinascimento. Commiati (Il figliol prodigo, 1862), rapimenti (Tentativo
di ratto
, 1865), duelli o giochi di seduzione (Margherita e Faust,
1860) riflettono il suo interesse per i soggetti drammatici in cui è centrale
la figura femminile (Una storia interessante, 1872 ca.) intesa come
oggetto del desiderio sempre misteriosa e inaccessibile. La partecipazione di
Tissot ai Salon parigini si rivela un successo, tanto che il pittore, ormai
benestante, si fa costruire un palazzo a Parigi.

Terza sezione – La vita moderna

In questo periodo inizia a collezionare arte giapponese che influenza il suo
lavoro (La giapponese al bagno, 1864), frequenta Whistler e Degas,
moltiplica i ritratti – tra i quali Mademoiselle L.L. (1864) che attesta
un cambiamento nel suo stile – e si interessa sempre di più alla vita mondana.
Nel 1869 si dedica a produrre caricature dell’élite inglese e nel 1870 – allo
scoppio della guerra franco-prussiana – crea una serie di opere che rivelano
un’immagine diversa, un Tissot più coinvolto di quanto si sia sempre pensato
nei dibattiti politici dell’epoca.

Quarta sezione – Un pittore di Londra

L’arrivo a Londra, dopo la capitolazione della Comune di Parigi (28 maggio
1871), gli dà l’opportunità di crearsi una clientela cosmopolita e di
frequentare personaggi quali Millais, Hayden, Alma-Tadema, Heilbuth e De
Nittis.

Durante gli undici anni del soggiorno londinese (1871-1882) si dedica ai
ritratti – (Il principe imperiale e la madre, 1874; Mrs Lloyd, 1876), La
figlia del capitano
(1873), L’arsenale di Portsmouth (1876), e la straordinaria
Galleria dell’HMS Calcutta (1886) – che attestano il suo talento di
colorista e fine osservatore.

Nei lavori di questo periodo i costumi della capitale britannica sono descritti
con ironia (La figlia del guerriero, 1873) e i codici della società
vittoriana vengono scherniti in dipinti a doppio senso.

A Londra Tissot si avvicina anche alla tecnica dell’incisione così da poter
duplicare e diffondere le opere che hanno maggior successo.

Quinta sezione – Il volto ideale di Kathleen Newton

In esilio volontario, Tissot possiede una marcata sensibilità per le questioni
sociali dell’epoca: nonostante l’agiatezza e l’egoismo spesso biasimato dai
contemporanei, ha saputo mostrarsi sensibile nei confronti delle classi
svantaggiate, dei poveri e delle donne di cui è stato un acuto osservatore.

Innamoratosi di Kathleen Newton, irlandese divorziata dalla bellezza
mozzafiato, la accoglie con i suoi due figli nella casa di Saint John’s Wood,
che si trasforma così in un nido familiare.

Kathleen diventa la musa di Tissot e interpreta per il pittore – posando
secondo precisi parametri – la figura della donna misteriosa (La lettura nel
parco
, 1881) o malinconica (Sulla riva del mare, 1880), la donna
nelle mani del destino (La convalescente, 1880-1882) o la seduttrice
orgogliosa della propria femminilità (Signora con l’ombrello,
1878-1880).

Sono questi gli anni (1875) in cui Tissot si rivolge all’incisione. Frequenta
l’Hanover Square Club di Londra dove incrocia gli incisori Frederick Goulding e
Seymour Haden ma anche l’italiano Giuseppe de Nittis che fa parte della nuova
generazione di artisti a cavallo fra Parigi e Londra e che – come Tissot –
esalta fino al  lirismo lo spettacolo  delle eleganze femminili e
parigine, e la speciale atmosfera, fine e cangiante, di quegli ambienti
dell’alta società.

In mostra – nella quinta sezione – cinque opere di questo grande artista tra
cui Signora di spalle in giardino (1883), Signora in giardino
(1883) e Sulla neve (1875), a raccontare la penetrante personalità di
Giuseppe De Nittis, il « pittore delle parigine », come lo consacrerà la
critica francese a lui contemporanea, e approfondire il clima sociale oltre che
mondano, ispiratore dell’arte di De Nittis e di Tissot.

Sesta sezione – La figlia del guerriero

Acuto osservatore della vita londinese, Tissot dipinge nel 1879 La figlia
del guerriero
particolareggiata e originale descrizione dei costumi
britannici dell’epoca. Sulla tela si vede una giovane donna – che somiglia a
Kathleen – accompagnare il padre, un vecchio costretto su una sedia a rotelle;
sullo sfondoCumberland Terrace a Regent’s Park, elegante quartiere della
capitale inglese.

Lo sguardo penetrante che la fanciulla rivolge all’osservatore distoglie
l’attenzione dall’omaggio all’eroe di guerra. I dettagli lussuosi della figura
dell’uomo come il plaid, la pelliccia e il cappotto scozzese non bastano
a distrarre dalla vera protagonista del dipinto.

Tissot, tacciato spesso dai suoi colleghi di dipingere con spregio e sarcasmo i
suoi soggetti, sfida in quest’opera l’osservatore con la sua una graffiante
ironia: il contrasto tra la figura paterna – grigia e austera come la terrazza
vittoriana sullo sfondo – e l’elegante fanciulla – la cui bellezza è esaltata
ancor più dalla spilla che indossa – produce turbamento in chi guarda da fuori
e non certo nel vecchio padre, ben lontano  da qualsiasi percezione della
vita interiore della figlia probabilmente assorbita da un amore assai diverso
da quello filiale.

Settima sezione – Il filgliol prodigo nella vita moderna

Per tutta la vita Tissot si considera come un “figliol prodigo”, tema che
ricorre nella sua opera a distanza di anni, tra il 1862 e il 1880.

Con il crescere della propria religiosità dovuto anche all’incontro con
Kathleen, Tissot conduce una vita sempre più sobria, e dopo la morte della
compagna, rientrato a Parigi, è sempre più abbattuto, depresso e in preda ai
dubbi. È in questo periodo che Tissot completa il secondo ciclo di dipinti sul
tema del figliol prodigo, ambientati questa volta in epoca moderna, tornando
dopo vent’anni a trattare la stessa parabola cristiana incupito dalle
difficoltà della vita che si riversano sulla tela.

Ottava sezione – Il viaggio interiore e la partenza

La prematura morte di Kathleen, avvenuta nel 1882 quando aveva 28 anni, induce
Tissot a tornare a Parigi e a riprendere la sua carriera itinerante.

Grande viaggiatore da sempre, di origine nantese e quindi abituato
all’andirivieni delle navi nel porto, Tissot ha spesso trattato il tema della
partenza raffigurando banchine ferroviarie e portuali: Il vedovo (1876)
è una splendida allegoria della departure vista come preludio a un
futuro rinnovamento; come in una sorta di autoritratto, l’autore dipinge
profeticamente la morte della compagna mentre il bambino simboleggia la
speranza che rende possibile la partenza verso un’altra esistenza.

Nona sezione – James Tissot, pittore della moda

Da lungo tempo gli studiosi rilevano l’influenza dell’impressionismo su Tissot:
sebbene non abbia mai esposto con gli impressionisti, era più che sensibile
alle ricerche di questo movimento.

Amico di Degas, ma anche di Whistler, Legros e Manet, Tissot sostiene tutte le
battaglie condotte all’epoca contro l’accademismo.

Le sue mostre alla Grosvenor Gallery di Londra gli danno occasione di entrare
in contatto con i preraffaelliti, ma anche con l’élite artistica dell’epoca.
Dai dipinti di questo momento traspare una certa simpatia per le opere di
Manet, Degas e Toulouse-Lautrec.

Nella serie dedicata alla “Donna a Parigi” (1883-1885) declina la sua
visione del mondo moderno: da Le Dame sui cocchi (1885) a La più
bella donna di Parigi
(1883-85), dalla Misteriosa alle Mogli d’artisti
(1883-85), Tissot realizza uno straordinario ritratto della tipica parigina e
partecipa a pieno titolo ai dibattiti artistici e letterari del tempo.

I suoi amici Maupassant e Goncourt, Daudet e Halévy allora lo consideravano un
pittore particolare, geniale e inclassificabile.

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