Alberto Contador Mette le Mani sul Giro – Fabio Aru Vince la Seconda Tappa Consecutiva nella “Sua” Sestriere

PHOTO CREDIT: POOL GIRO

ALBERTO CONTADOR METTE LE MANI SUL
GIRO

FABIO ARU VINCE LA SECONDA TAPPA CONSECUTIVA NELLA
“SUA” SESTRIERE


La Maglia Rosa Contador va in crisi sul Colle
delle Finestre ma tiene duro e conserva la Rosa
Il corridore sardo, che si
allena regolarmente al Sestriere, attacca e vince ancora in
solitaria

Risultati completi, numerose
foto della gara, audio della conferenza stampa, interviste video

 Sestriere (Via Lattea), 30 maggio 2015 – Alberto Contador (Saxo Tinkoff) mette
le mani sul Giro d’Italia 2015. Nonostante abbia ceduto tempo a favore dei suoi
rivali più vicini in classifica sui tornanti sterrati del Colle delle Finestre,
ha rialzato la testa, limitato i danni e chiuso la tappa con un vantaggio in
classifica generale di 2’02” su Fabio Aru (Astana Pro Team), al secondo posto
assoluto, e 3’14” sul compagno di squadra del sardo Mikel Landa, terzo in
classifica.

Aru, la Maglia Bianca di miglior giovane, ha vinto la tappa
per il secondo giorno di fila. È giunto al traguardo con 18″ di vantaggio su
Ryder Hesjedal (Team Cannondale – Garmin), al secondo posto per come ieri, e 24
secondi su Rigoberto Uran (Etixx – Quick-Step), terzo anch’esso come il giorno
precedente. Landa è arrivato 4° insieme a Uran, mentre Contador è giunto 6° a
2’25” dal vincitore.

Nonostante gli sforzi di Stephen Kruijswijk (Team
Lotto NL – Jumbo), quinto oggi, e di Mikel Landa, primo sulla Cima Coppi del
Colle delle Finestre, Giovanni Visconti (Movistar Team) ha conservato la Maglia
Azzurra di miglior scalatore. Deve solo terminare la tappa di domani per battere
la concorrenza.

Giacomo Nizzolo indossa ancora la Maglia Rossa di leader
della classifica a punti.

CONFERENZA STAMPA
Fabio Aru (Astana Pro Team), Vincitore
di Tappa

D: Quale è stata la tattica dell’Astana in corsa?
R: La
Tinkoff ha cominciato il Colle della Finestre in testa, poi dopo pochi
chilometri ci siamo messi davanti a tirare, prima con Paolo Tiralongo e poi con
Dario Cataldo. Siamo rimasti Diego, Tanel, io e Mikel. Mikel fatto una mossa
veramente incredibile, ha aperto un varco e ha dimostrato per l’ennesima volta
in questo Giro che ha grande talento. Poi quando Alberto si è staccato sono
rimasto con Hesjedal e Uran. Sono stato sulle loro ruote fino a quando ho
sentito che il divario era aumentato, quindi ho iniziato a tirare anche io e
abbiamo raggiunto la testa della corsa. Mikel ha fatto un lavoro eccezionale,
come avete visto, a quel punto. A mio avviso la tattica era quella giusta, ma
ancora più importante è che la squadra è stata eccezionale: tutti hanno dato il
loro meglio. Con Mikel ho un rapporto fantastico. Andiamo molto d’accordo e il
suo comportamento durante questo Giro è stato ottimo. Ricorderò per sempre che
sul Mortirolo mi ha aspettato 6 o 7 chilometri, anche se non ho avevo le gambe
per stare con lui. Li è partito per raggiungere Contador per poi andare a
vincere una bella tappa. Non ha corso subito la sua gara ma mi ha aspettato,
penso che questa cosa gli faccia davvero onore. Avete visto tutti quello che ha
fatto oggi. Ha dimostrato ancora una volta che di essere un grande campione. Ha
vinto due tappe in questo Giro e in futuro sarà certamente in grado di ottenere
grandi cose.

D: Cosa ti manca come corridore da Gran Tour?
R:
Esperienza. La sto acquisendo nel corso degli anni. Ho imparato molto l’anno
scorso, ogni anno da quando sono diventato professionista e anche da dilettante.
Per correre corse a tappe è necessaria esperienza. Devo migliorare non solo a
cronometro ma in ogni aspetto. Quest’anno è stato un anno diverso perché ho
iniziato a novembre con responsabilità e pressione. Ho sempre detto che io non
ho paura della pressione: mi motiva a lavorare meglio, ma una cosa è partire al
Giro d’Italia senza pressioni, un’altra è partire con grandi responsabilità da
parte della squadra, dei media, dei tifosi e e anche da me stesso. Ho avuto
alcune battute d’arresto ma non mi sono arreso: oltre a queste due vittorie di
tappa questa è la mia vittoria.

D: Soffri di timore reverenziale nei
confronti di Contador?
R: No, assolutamente no. Ogni volta che ho avuto le
gambe per attaccare, sia io sia la mia squadra, non ci siamo tirati indietro.
Mostro semplicemente un grande rispetto verso qualcuno che non è solo un grande
corridore ma anche una grande persona. 

Alberto
Contador (Tinkoff Saxo), Maglia Rosa

D: Hai avuto paura di perdere
questo Giro, anche solo per poco?
R: È stata una tappa dove ho dovuto tenere
sotto stretto controllo i miei rivali, analizzare la situazione con la
consapevolezza di avere un buon vantaggio. Conoscevo il finale, ho mantenuto la
calma, non ho avuto una crisi di fame e sono riuscito a mantenere la maglia. Ho
sofferto di disidratazione. Potrebbe sembrare non vero perché non faceva
eccessivamente caldo ma questa mattina mi sono alzato sottopeso dopo una tappa
impegnativa come ieri. Al momento non gli ho dato molta importanza, poi però
penso di non aver bevuto a sufficienza. No ho mai avuto paura di perdere il Giro
d’Italia. Forse si trattava di un meccanismo di auto-controllo, perché se si
pensa che si possa perdere o al distacco da colmare si può davvero andare
in crisi. Volevo mantenere la calma, non ho voluto spingere più del dovuto in
discesa. Sapevo che la cosa importante era avere un dente più grande del dovuto
sul cambio e mantenere una buona cadenza fino al traguardo.

D: Che voto
daresti al pubblico e a Fabio Aru?
R: Al pubblico non posso che dare il mio
infinito ringraziamento per l’affetto che mi hanno dimostrato. Loro, ed è la
verità, sono la ragione per cui io sono qui al Giro d’Italia. Non sono qui per
aggiungere il Giro d’Italia al mio palmares ma per l’amore che l’Italia mi ha
dato. Per quanto riguarda Fabio, che posso dargli? Dieci. Penso che sia stato un
corridore che ha avuto momenti di crisi e che li abbia superati giungendo
secondo nella generale con ben due vittorie di tappa e la Maglia Bianca di
miglior giovane. Cosa si può chiedere più di così?

D: È stato un Giro
d’Italia più duro del previsto?
R: Il Giro d’Italia è stato molto, molto
duro. Me lo aspettavo: gli arrivi in ​​salita magari non avevano pendenze
elevatissime, e per questo qualcuno poteva avere l’impressione che fosse un Giro
non troppo impegnativo, ma l’elevazione totale si è andata sommando di tappa in
tappa. Ogni tappa è stata molto frenetica, sempre all’inseguimento di fughe, il
che ha trasformato la corsa in una gara molto veloce ed usurante, molto più di
quel che mi sarebbe piaciuto… Quando ho deciso di correre il Giro d’Italia e
il Tour de France sapevo che avrei speso un sacco di energie al Giro d’Italia.
Ora è il momento di iniziare a riposare e recuperare e, per quanto possibile, a
partire da questa sera cominciare a pensare come arrivare in buona condizione al
Tour.

 LA TAPPA DI DOMANI – I CINQUE
SENSI

Tappa n. 21 – TORINO – MILANO – 178km

Gusto
Piatto
tipico: Risotto giallo allo zafferano
Tra le innumerevoli ricette della
cucina milanese, la più rappresentativa è senza dubbio questo favoloso risotto.
Non semplice da fare, richiede ingredienti canonici come il riso Vialone Nano e
i pistilli di zafferano e passaggi di preparazione rigidamente legati alla
tradizione. Importantissimi la sfumatura con vino bianco, la continua
mescolatura con cucchiaio di legno, la qualità del brodo e del formaggio
grattugiato. Una volta impiattato, questo risotto assume tutte le connotazioni
di un autentico Re della tavola. Una chiusura degna di un Giro d’Italia.
A
cura della redazione di Oggi Cucino

Olfatto
Grignolino
La
zona di produzione di questo rosso, Monferrato casalese, si osserva, da lontano,
a metà percorso durante quest’ultima tappa. Il nome sembra derivare dal
piemontese grignolè, termine comunemente attribuito ai vinaccioli. Ha un colore
scarico e snellezza di sorso. Accompagna alla perfezione una merenda con gli
amici, condita da tanto tempo da ‘perdere’.
Riesling Oltrepò
pavese
D’accordo, non siamo vicini al percorso, ma un vitigno del genere
coltivato in una zona del genere non poteva non rimanere fuori dal Giro.
Normalmente quest’uva è protagonista ad altre latitudini (Germania e Francia).
In Oltrepo’ dice comunque la sua, facendosi ‘sentire’ grazie a note di agrumi,
frutto tropicale e iodio.
A cura di Luca Gardini, Campione del Mondo Sommelier 2010

Udito
IL
GIRO D’ITALIA È ANCHE… OPERA LIRICA
Milano (km 140): Il Teatro alla Scala, o
La Scala, è il famosissimo teatro dell’opera di Milano. Inaugurato il 3 agosto
1778, era originariamente conosciuto come il Nuovo Regio Ducale Teatro alla
Scala. La prima rappresentazione fu l’Europa riconosciuta di Antonio
Salieri. La stragrande maggioranza dei più grandi artisti d’opera italiani e
molti dei pi`u grandi cantanti di tutto il mondo si sono esibiti a La Scala
negli ultimi 200 anni Oggi il teatro è sempre riconosciuto come uno dei
principali teatri d’opera lirica e balletto al mondo.
Sopra i palchi, La
Scala ha una galleria – il loggione – dove i meno ricchi possono
assistere alle performance. La galleria è tipicamente affollata dagli
appassionati d’opera più critici, i loggionisti, che possono essere
estasiati o spietati con i cantanti, decretandone il successo o il
fallimento.
Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, La Scala fu
severamente danneggiata dai bombardamenti. Fu ricostruita e riaperta l’11 maggio
1946 con un memorabile concerto diretto da Arturo Toscanini – due volte
direttore musicale de La Scala e storico direttore delle opere dei compositori
Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini – con un assolo della soprano Renata Tebaldi,
ancora ricordato.
La Scala ha ospitato la prima di numerose opere
famose
Vi consigliamo l’ascolto di: Diana Damrau, Desiree Rancatore, Genia Kuhmer, Daniela Barcellona
e Giuseppe Sabbatini che cantano in un fantastico quintetto nell’Atto 1, Scena 9
dell’Europa riconosciuta di Salieri
(incluso il tema che Mozart
successivamente copi`ø e sviluppò nella famosa aria Regina della notte
ne Il flauto magico).

A
cura di Matt Rendell.

Vista
A
Torino: La Sindone, nel Duomo di Torino, l’autoritratto di Leonardo e gli orti
storici a Palazzo Madama, la mostra su Tamara de Lempicka a Palazzo Bricherasio
(tutto nel giro di 300 metri nel Polo Reale). L’Expo 2015, a Rho, ha la sua
fermata ferroviaria per tutta la durata dell’evento, e i padiglioni delle
archistar si vedono anche dall’autostrada. Nella Milano dell’Expo, il quartiere
di Porta Nuova con i nuovi grattacieli milanesi da record. I Navigli, con la
Darsena rinnovata e i suoi locali.
A cura della redazione di Dove.

Tatto
Una confezione di
riso Doc dagli spacci delle aziende agricole del Vercellese, e a Milano i gadget
ufficiali dell’Expo 2015.
A cura della redazione di Dove.