OLEG CAETANI TORNA A DIRIGERE laVERDI con Šostakovič e Schubert

Oleg Caetani

L’Ottava Sinfonia di Šostakovič secondo Oleg Caetani
Il Conductor  – che ha inciso con laVerdi il primo integrale sinfonico del compositore russo –
torna in largo Mahler anche con la “Piccola” di Schubert

Giovedì 5, venerdì 6, domenica 8 dicembre 2013
Auditorium di Milano – largo Mahler

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Direttore Oleg Caetani

Oleg Caetani, una delle più prestigiose bacchette sulla scena internazionale, legato da un lungo rapporto di collaborazione e amicizia  con laVerdi, che dirige ininterrottamente dall’ormai lontano 1999 e con la quale ha inciso il primo ciclo completo delle Sinfonie di Šostakovič, torna all’Auditorium di Milano alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi proprio con un capolavoro dell’autore russo: la Sinfonia n. 8 in Do minore op. 65.
In questo dodicesimo programma della Stagione del Ventennale, Caetani e laVerdi  metteranno a confronto l’opera del compositore di San Pietroburgo   con una pietra miliare dell’Ottocento romantico mitteleuropeo, ovvero la Sinfonia n. 6 in Do maggiore D. 589 “Piccola” del viennese Schubert.
Appuntamento dunque giovedì 5 (ore 20.30), venerdì 6 (ore 20.00)  e domenica 8 dicembre (ore 16.00) all’Auditorium di Milano in largo Mahler.
(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org, biglietti euro 31,00/13,00).

Ricordiamo che venerdì 6, nel Foyer del bar dell’Auditorium (ore 18.00, ingresso libero), in occasione del concerto, ci sarà la presentazione del libro   Šostakovič. Continuità nella musica, responsabilità nella tirannide di Piero Rattalino (Zecchini Editore). Intervengono con l’Autore: Gianni Cervetti, Enzo Beacco, Fausto Malcovati.

Programma
Si può dire che questo dodicesimo programma de laVerdi sia all’insegna delle svolte. Sono in molti a sostenere che sia l’Ottava la vera sinfonia di guerra di Dmitri Šostakovič. Non la Settima e ben più famosa, detta di Leningrado, composta nel 1941, all’inizio della Seconda guerra mondiale e che un’abile operazione propagandistica trasforma in monumento sinfonico alla resistenza del popolo russo all’invasione nazista. L’Ottava invece nasce in pieno conflitto, nel 1943. Ci sono già tutti i segni della prossima vittoria, però manca ogni trionfalismo. Anzi, è impostata come requiem per gli infiniti caduti in un’immensa tragedia. Sono cinque movimenti che appaiono senza luce e anche senza speranza, con squilli feroci e ostinati oscuri, collegati fra loro da poche note comuni e da un costante, cupo pessimismo. Più breve della Settima, assai meno estroversa, ma sempre di ampie dimensioni (circa 60 minuti), l’Ottava è davvero una svolta nel linguaggio di Šostakovič, preludio alle disperate meditazioni che troveremo in molte delle sue sette sinfonie successive.
Una svolta nel linguaggio sinfonico di Schubert si ha anche nella Sesta sinfonia (1818), detta La piccola non tanto per la sua dimensione artistica, quanto per distinguerla dall’estrema La grande (1826) che ha la medesima tonalità di Do maggiore. La Sesta, in realtà è più ampia e ambiziosa delle precedenti e ne condivide il taglio classico, alla maniera di Haydn, Mozart e del giovane Beethoven. Però sconta la necessità di trovare un linguaggio che vada oltre il Beethoven maturo di Quinta e Settima sinfonia. Infatti, dopo la Sesta, Schubert si ferma per quattro anni, prima di riprendere con l’Incompiuta e appunto La grande. Con le quali Schubert apre il linguaggio sinfonico del secondo Romanticismo.
eNZO BEAcco

Biografie
Oleg Caetani è direttore d’opera e di concerto e reputa egualmente importanti questi due aspetti del suo lavoro. Il maestro considera Nadia Boulanger l’ispiratrice della sua carriera: ha scoperto il suo talento, lo ha iniziato alla musica e gli ha insegnato un approccio filosofico all’esistenza legato a Montaigne, stile di vita cui si ispira tutt’oggi. Al Conservatorio di Santa Cecilia ha frequentato la classe di direzione d’orchestra di Franco Ferrara e ha studiato composizione con Irma Ravinale. A diciassette anni, ha debuttato a teatro con Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi. Dopo aver studiato le Sinfonie di Šostakovič con Kondrashin al Conservatorio di Mosca, si è diplomato con Ilya Mussin al Conservatorio di San Pietroburgo con il massimo dei voti, dirigendo la Quinta sinfonia di Šostakovič. Vincitore del concorso alla Rai di Torino, di quello “Karajan” a Berlino, ha dato inizio alla sua carriera al Berlin State Opera “Unter den Linden” come assistente di Otmar Suitner. L’esperienza in un grande teatro d’opera con tutte le opere di Wagner e Strauss ha dato una svolta decisiva al suo repertorio. La profonda esperienza di Caetani, ora ormai trentennale, nel repertorio operistico da Verdi a Musorgskij e Wagner (incluse alcune produzioni del Ring) ha influenzato il suo approccio alle grandi composizioni sinfoniche del ventesimo secolo (in particolare Bartòk, la seconda scuola di Vienna e l’impressionismo francese). La prima opera da lui diretta a 24 anni è stata Eugene Onegin nel 1981, appena diplomato al Conservatorio di San Pietroburgo. Da allora, Čajkovskij ha rappresentato un ruolo via via sempre più importante nel suo repertorio: del genio russo, Caetani ha tra l’altro inciso tutte le Sinfonie, compresa Manfred (2008). Il Financial Times ha scritto al proposito: “Avevamo bisogno di un’altra incisione di Čajkovskij? Dopo aver ascoltato e riascoltato queste registrazioni live, la risposta è un enfatico ‘sì’. Caetani non è un ciaikovskiano indulgente; lascia parlare Čajkovskij da solo: il rigore contrappuntistico, l’emozione, l’allusione occasionale all’isteria in una struttura classica…un tesoro prezioso”. Caetani si è dedicato anche alla registrazione e alla direzione di opere di compositori meno noti del ventesimo secolo quali Mosolov, Pizzetti, Gerhard e altri. Le sue incisioni delle Sinfonie di Tansman, con etichetta Chandos, hanno vinto il Diapason d’Or nel 2006 e nel 2008. Ha inoltre inciso il primo ciclo completo delle Sinfonie di Šostakovič con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Lo lega un rapporto profondo con la Sydney Symphony, la Staastkapelle Dresden, il Maggio Musicale Fiorentino e – naturalmente – l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, che dirige regolarmente dal ’99 e che ha portato sia in una estesa tournée sudamericana, sia in una – più  recente – in Spagna. Nell’aprile 2008 ha diretto la Verdi in Vaticano in un concerto in onore di Sua Santità Benedetto XVI, alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano, e trasmesso in eurovisione.