Vatican-Chapels – Foster |
Breve storia delle VATICAN CHAPELS
In
occasione della XVI Mostra Internazionale di Architettura de La
Biennale, nel 2018 la Santa Sede ha partecipato per la prima volta alla
Biennale Architettura con un padiglione diffuso sull’isola di San
Giorgio Maggiore a Venezia. Promosso da Sua Eminenza il Cardinale
Gianfranco Ravasi, coordinato dal Pontificio Consiglio per la Cultura,
ideato e curato dal Prof. Francesco Dal Co e della Dott.ssa Micol Forti,
il progetto è ispirato alla “cappella nel bosco” dell’architetto
svedese Gunnar Asplund, costruita nel 1920 nel cimitero di Stoccolma.
Il
progetto: dieci architetti di comprovata esperienza, portatori di
sensibilità diverse, hanno progettato altrettante cappelle, nel
suggestivo bosco della Fondazione Giorgio Cini all’estremità dell’isola
veneziana di San Giorgio Maggiore. Indagando le possibilità offerte da
differenti materiali, gli architetti sono stati invitati a riflettere
sul tema della Cappella come “luogo di orientamento, incontro, meditazione e saluto”,
come Asplund ha definito la sua “cappella nel bosco”. Le piccole chiese
sono accolte dall’ambiente naturale del bosco della Fondazione,
connotato unicamente dal suo emergere dalla laguna e dal suo aprirsi
sull’acqua. Le Vatican Chapels rappresentano un viaggio spirituale,
religioso e anche laico, una visita nella pace della natura dove il
distanziamento non si pone come un problema ma come un valore intrinseco
dell’esperienza.
IL PROGETTO MUSICALE “VATICAN CHAPELS – A soundtrack experience”
Un
luogo così ricco d’ispirazione e carico di spiritualità non poteva
lasciare indifferente la sensibilità di un musicista e compositore come
Antonio Fresa, noto per le colonne sonore realizzate per cinema e tv,
candidato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento come miglior
musicista per Gatta Cenerentola, e da sempre appassionato autore di
musica evocativa per le immagini. L’idea di realizzare la soundtrack
delle Vatican Chapels nasce dalla visione di Ilaria D’Uva,
l’imprenditrice fiorentina che con D’Uva – la sua azienda, operativa dal
1959 nello sviluppo di tecnologie e servizi museali in Italia –
gestisce il servizio di visite guidate alla Fondazione Giorgio Cini e al
bosco con le Vatican Chapels ed è anche responsabile dell’apertura del
San Giorgio Café con Filippo La Mantia, il bistrot dell’isola. Il
progetto musicale diventerà non solo la vibrante colonna sonora delle
audio guide alle Vatican Chapels, ma sarà pubblicato su tutte le
piattaforme digitali di streaming e download il 26 giugno, in occasione
della riapertura al pubblico di questo luogo così suggestivo. Antonio
Fresa ha lavorato a 11 composizioni, una dedicata a ogni cappella più
un tema riservato al Padiglione Asplund. Posto in apertura della visita
delle Vatican Chapels, ideato dagli architetti Francesco Magnani e
Traudy Pelzel, il Padiglione è stato progettato come preludio al
percorso espositivo dove sono esposti il plastico – realizzato per
l’occasione – e le riproduzioni dei disegni originali di Gunnar Asplund.
Protagonisti delle composizioni di Fresa sono prevalentemente il
pianoforte e gli archi, con il contributo di pochi altri strumenti.
Evocativa alla massima potenza, piacevolissima, “VATICAN CHAPELS – A soundtrack experience” non
sovrasta mai la bellezza delle Chapels, entrandone invece a far parte
come forza trainante. La visita audioguidata alle Vatican Chapels
acquista così uno straordinario valore culturale aggiunto, facendo
vivere ai visitatori una speciale esperienza immersiva, che somma
bellezza alla bellezza.
Le musiche sono state eseguite e dirette da
Antonio Fresa tra Napoli, Milano e Parigi, registrate allo Splash Studio
da Massimo Aluzzi e Andrea Cutillo. L’album è stato mixato e
masterizzato da Paolo Iafelice negli studi milanesi di Adesiva
Discografica, l’etichetta che pubblica il disco, insieme a D’Uva, e che
si contraddistingue per la cura che dedica alle selezione e produzione
dei suoi titoli.
“VATICAN CHAPELS – A soundtrack experience” sarà distribuito da Self Distribuzione. La produzione esecutiva è di Ilaria D’Uva.
Il musicista Antonio Fresa racconta la nascita delle sue composizioni con qualche curiosità:
Francesco Magnani e Traudy Pelzel – CLOSE AFAR
Il
brano dedicato al Padiglione Asplund lavora su reminiscenze armoniche,
echi timbrici che riportano alla distanza tra la cappella e i luoghi
della civiltà. Terunobu Fujimori – HOPE IN G MAJOR
È
la prima delle 11 composizioni che ho scritto. Hope in G major è una
sospensione dal mio occidente verso l’oriente, un viaggio interiore che
contempla in solitudine l’armonia delle forme e le trame dei materiali. Javier Corvalán – UNEVEN MALLETS
Le
due circonferenze perfette che compongono l’opera in legno e ferro si
incrociano su un piano inclinato che proietta a terra un’ombra
ellittica, trasformando il cerchio in una forma “asimmetrica”: in questo
brano ho cercato di ricreare un’atmosfera che riproducesse ritmicamente
la circolarità, è un pezzo con una forte matrice ciclica ma è in sette
ottavi, un tempo dispari, un tempo “asimmetrico”. L’ho dedicato al mondo
delle percussioni, considerando anche i due materiali – ferro e legno –
che compongono la Cappella: una impalcatura di suoni costruita con due
vibrafoni, due marimbe, due glockenspiel, tubular bells e batteria,
accompagnati dall’Orchestra d’archi de “I Professori del Teatro San
Carlo” di Napoli. Norman Foster – THROUGH
Con la
sua cappella, Foster mette in condizione sia la luce sia l’aria di
essere “suonate”, trasformando la sua chiesa in un grande strumento
musicale. Ho scritto dunque un pezzo per 5 flauti, uno basso, due alti e
due in do per riportare la sensazione del vento che passa attraverso la
struttura architettonica che modifica e modula l’aria. La
tensostruttura in acciaio mi ha fatto pensare ai metalli e anche per
questo ho inserito un quintetto di flauti a disposizione dell’unica
cappella costantemente illuminata, dove il senso del suono e
l’architettura coesistono in modo profondo. Andrew Berman – TRIADIC
La
composizione di Berman è costruita sul concetto del numero tre, come a
rispecchiare la struttura architettonica impostata su tre lati. Risuona
dunque un trio di archi – viola, violino, violoncello – su un pezzo in
tre quarti. Ricardo Flores, Eva Prats – 37 CHOIRBYTES
Il
brano è un esperimento di digital art con un coro virtuale digitale, un
gesto creativo consapevole realizzato con voci vere campionate che
creano una suggestione particolare, molto coinvolgente. Il file musicale
ha un peso di 37 megabyte. Francesco Cellini – MODALITY IN F
L’ispirazione
per la scrittura dedicata a Cellini deriva dai suoi due monoliti
geometrici che si incastrano, in orizzontale e verticale. Mi hanno fatto
pensare a un lavoro che si costruisce su un unico accordo, sul “fa”,
che si ripete ma con natura diversa: fa minore, maggiore, settima,
dominante, etc… la sfida era trovare un modo per lavorare intorno a
una relazione melodica e armonica ispirata alla geometria del monolite. Smiljan Radic – FROM A SINGLE NOTE OF WOOD
Questa
cappella ha una struttura circolare così come il nucleo d’ispirazione
del brano che ho costruito sulla peculiarità di una nota costante che si
ripete, dall’inizio alla fine, e che ho associato all’elemento ligneo,
il centro dell’opera, trait d’union che mette in contatto terra e cielo.
Sean Godsell – IF I WANT A BELL
In questo brano
risuonano le campane per una torre che Godsell ha immaginato alla
stregua dei tozzi campanili veneziani. La musica diventa elemento
architettonico e archetipico, simulando il movimento sonoro delle
campane, e chiede all’ascoltatore di rivolgere il proprio sguardo verso
la porzione di cielo che sembra essere solo e soltanto l’affresco che la
natura divina ha disegnato per chiudere il perimetro superiore
dell’opera. In questa composizione si crea un’intimità speciale con chi
ascolta, una vicinanza con l’esecuzione. Carla Juacaba – CHORDAL MIRRORS
Basata
sul concetto geometrico di specularità quella di Carla Juacaba è una
cappella in cui le croci che rappresenta – una distesa e una in
verticale – assomigliano molto alla struttura della composizione. Con
accordi che si alternano, dalla zona bassa del pianoforte a quella alta,
si crea un gioco di rifrazione. È un brano che entra davvero nell’opera
architettonica. Eduardo Souto de Moura – MOTION
La
pietra grezza con cui è costruita questa cappella fa pensare
all’aspetto più antico e classico della fabbricazione delle chiese e per
questo mi sono spinto verso un ambito più contemporaneo per creare un
contrasto. Per la composizione ho coinvolto Marco Messina, storico beat
maker dei 99 Posse e, insieme, abbiamo lavorato su una timbrica
elettronica, utilizzando un campione d’orchestra e ricamando una serie
di trame di pianoforte e sintetizzatori. E poi ci sono alcuni elementi
nascosti che richiamano la croce di questa cappella: non è altro che un
taglio nella pietra, che, se non si fa attenzione, quasi non si vede.
Dal
26 giugno – dopo oltre tre mesi di chiusura – la Fondazione Giorgio
Cini riapre al pubblico le visite guidate all’Isola di San Giorgio
Maggiore, con nuovi percorsi, nel rispetto delle nuove condizioni di
sicurezza e distanziamento sociale imposte dal Governo. Ogni venerdì, sabato e domenica dalle 11 alle 19, previa prenotazione sul nuovo sito www.visiticini.com,
si potranno scoprire i tesori custoditi sull’Isola di San Giorgio
Maggiore, con il servizio di visite guidate a cura della società D’Uva
di Firenze. Sarà presentato un nuovo percorso di visita che prevede per la prima volta la possibilità di accedere al Labirinto Borges.
L’audioguida, arricchita dalle nuove musiche composte per le Vatican
Chapels, è scaricabile al momento della prenotazione sul proprio
dispositivo mobile, grazie a una app che offre la possibilità di
prenotare la visita e altre esperienze, anche culinarie. Infatti dal 26
giugno riaprirà il San Giorgio Café con Filippo La Mantia, il
café ristorante dell’isola di San Giorgio, che presenterà prestissimo
nuove iniziative, ispirate proprio alla colonna sonora delle Vatican
Chapels.