Spettacolo civile dedicato al centenario del #genocidioarmeno

La
Compagnia InControVerso

Presenta

Marine Galstyan

Teatro
India

19|21
Ottobre 2015

IL
Grande Male

Uno
spettacolo civile dedicato

al
centenario del genocidio armeno

testo
e regia di Sargis Galstyan

con

Stefano
Ambrogi, Jonis Bascir, Ermanno De Biagi, Vincenzo De Michele, Sarghis
Galstyan, Andrea Davì, Marine Galstyan, Lorenzo Girolami,

Claudia
Mancinelli, Luca Basile,
Arsen
Khachatryan

scenografie-
Gianluca Amodio

manichini
sono realizzati da Almaloca

musiche-
Jonis Bascir

costumi-
Metella Raboni

riprese
video- Mauro Petito

grafica
video- Dario Pelliccia

make
up- Stefania Piovesan e Anna Di Forio

parrucchiere:
Nicola Botta

disegno
luci- Giuseppe Filipponio

Spettacolo
realizzato
in
collaborazione con

l’Ambasciata
della Repubblica d’Armenia in Italia

Sarà
in scena al
Teatro
India

dal
19
al 21

ottobre
IL
Grande Male,
uno
spettacolo civile dedicato

al
centenario del genocidio armeno;

testo
e regia di Sargis Galstyan
.
In scena

Stefano
Ambrogi, Jonis Bascir, Ermanno De Biagi, Vincenzo De Michele, Sarghis
Galstyan, Andrea Davì, Marine Galstyan, Lorenzo Girolami, Claudia
Mancinelli, Luca Basile,
Arsen
Khachatryan
.
Lo spettacolo è realizzato dalla compagnia InControVerso (ensemble
artistico molto apprezzato da pubblico e critica, che ricordiamo
anche per l’ottimo spettacolo “A Porte Chiuse” andato in scena
a Roma al Piccolo Eliseo), realizzato
in
collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in
Italia.

Berlino,
1921. Lo studente armeno Soghomon Tehlirian è sotto processo per
aver ucciso con un colpo di pistola Talaat Pasha, uno degli
organizzatori del genocidio, rifugiato nel 1919 in Germania sotto
falso nome, per sfuggire ad una condanna a morte per “crimine di
lesa umanità” a danno delle popolazione armene residenti
nell’Impero Ottomano.

Dopo
due giorni di processo è Talaat – del quale vengono ricostruite le
atroci gesta e attraverso le drammatiche rivelazioni dei
sopravvissuti chiamati a deporre – ad essere condannato moralmente:
le prove a suo carico sono talmente terrificanti che Tehlirian viene
assolto per l’omicidio da lui compiuto.

Gli
atti processuali, dai quali nasce l’ispirazione e la scrittura
dello spettacolo
”Il
grande male”
,
sono una preziosa chiave per comprendere quell’immane tragedia che
fu il

genocidio
armeno nel 1915: attraverso i dialoghi riportati fedelmente dalle
testimonianze

scritte
e le immagini dell’epoca proiettate in scena si va a formare un
vortice di

informazioni
documentate che guidano lo spettatore nel dramma degli avvenimenti di

quegli
anni, nel sistema della giustizia e portano luce su un capitolo
dimenticato della

storia
dell’uomo. Attraverso la coralità di diciotto personaggi che
intervengono nel

processo
avviene la ricostruzione documentata di molteplici aneddoti che vanno
a

formare
un chiaro quadro del contesto politico nel quale il progetto
genocidiaro venne messo in atto.

In
”Il
grande male”
vediamo
i testimoni chiamati a deporre, una pluralità di voci che aiutano lo
spettatore nella comprensione dei fatti storici: figure di anonimi
turchi e curdi buoni, che vennero in soccorso ai deportati; Johannes
Lepsius, responsabile della Deutsche Orient-Mission, che vuole
dimostrare la precisa volontà genocidaria dei Giovani Turchi; il
generale Otto Liman von Sanders, al cui comando erano le truppe
tedesche inviate in Anatolia durante la Prima Guerra Mondiale, che
invece cerca almeno in parte di scagionare il Governo ottomano.

Tutte
queste testimonianze scorrono in un contesto, quello di Berlino
nell’anno 1921, in cui gli orientali vengono giudicati
tendenzialmente inclini all’illegalità e scarsamente consapevoli
del valore della vita umana.

Perchè
lo spettacolo “Il Grande Male”

Nel
1915 un milione e mezzo di armeni furono assassinati nell’Impero
Ottomano seguendo un piano stabilito in anticipo ed eseguito
metodicamente con lo scopo ultimo di distruggerne la civiltà. Come
il giornalista francese scrisse “Nell’oriente sta morendo la nostra
sorella, e sta morendo solo perché è la nostra sorella, il suo
delitto è che ha condiviso i nostri sentimenti, ha amato quello che
amiamo noi, ha pensato così come pensiamo noi, ha creduto a tutto
quello in cui crediamo noi, ha valorizzato come noi la saggezza, la
giustizia, poesia ed arte” Gli armeni furono così vittime di un
genocidio che sarebbe diventato un riferimento funesto per coloro che
vennero dopo. Da allora, i governi turchi che si sono succeduti hanno
combattuto energicamente per far dimenticare questo triste episodio
del passato del loro paese. Ancora oggi, soprattutto in Turchia, il
semplice fatto di enunciare questa verità storica scatena, contro
coloro che lo fanno, una violenta opposizione, minacce fisiche e in
qualche caso perfino la morte. Il negazionismo alimenta il razzismo e
l’odio contro gli armeni e altre minoranze non musulmane. Alcuni
vorrebbero far credere che ammettere la realtà del genocidio armeno
sia un attacco contro tutti i turchi e contro la stessa natura turca,
quando di fatto si tratta di un attacco al negazionismo e di un passo
avanti per la giustizia e la democrazia.

L’ultimo
atto di un genocidio è la sua negazione

Elie
Wiesel

La
compagnia InControVerso

Viene
fondata da Marine Galstyan e Sargis Galstyan in Italia. Si tratta di
un nuovo gruppo di artisti professionisti del panorama culturale di
teatro e danza in Italia, che è composto da attori, attrici,
ballerini e ballerine giovani di nazionalità italiana e armena.

Punto
di forza della compagnia è proprio il confronto tra culture e scuole
d’arte di Paesi diversi. All’attivo ha la produzione dello
spettacolo
A
porte chiuse,
regia
di Marine Galstyan, che è stato messo in scena in vari teatri tra i
quali il Piccolo Eliseo e il Teatro Vittoria di Roma, il Manzoni a
Pistoia.

Teatro
India

lungotevere
Vittorio Gassman 1 (già lungotevere dei Papareschi)

ingresso
disabili via Luigi Pierantoni 6

biglietti:
intero 18 euro | ridotto 1 (under 35 e over 65) – 16 euro |ridotto 2
(cral e convenzionati) – 14 euro – Orario spettacoli ore 21,00