SILICE E FUOCO: L’ARTE DEL VETRO OMAGGIA LA NATURA DI VILLA CARLOTTA. E IL FORMATO È MIGNON

In mostra fino al 2 agosto “Microcosmo di vetro”, un iter espositivo ideato dal maestro Mauro Puccitelli e dalla designer di gioielli Silvia Rutolo. Esperienze creative diverse e un’unica tecnica artistica – quella della lavorazione del vetro a lume –  per celebrare la natura di Villa Carlotta. Il 21 e il 26 luglio laboratori per grandi e piccini per imparare a creare il proprio gioiello. In contemporanea, il percorso olfattivo della fragrance designer genovese Caterina Roncati.

(Tremezzina, 14 luglio 2015) È l’incontro di più personalità creative e artistiche quello a cui il pubblico di Villa Carlotta, tra i più rinomati musei e giardini botanici d’Italia, sul Lago di Como, potrà assistere fino al 2 agosto in occasione della mostra “Microcosmo di vetro”. Un percorso espositivo che è un inno alla natura della villa con opere del maestro Mauro Puccitelli e i gioelli di Silvia Rutolo.
E se Patrick Süskind  ammoniva nel suo capolavoro Il Profumo, che  “colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini”, è l’attenta regia della fragrance designer genovese Caterina Roncati ad affiancare alle opere in mostra, proprio il fascino dell’olfatto.
Fiori, frutti, foglie e mondo animale: piccoli capolavori di vetro che creano un suggestivo giardino di cristallo con un unico comune denominatore: la lavorazione a lume del vetro. L’antica tecnica che permette di modellare il materiale dopo averlo fuso con una fiamma è scelta da Puccitelli e Rutolo come mezzo privilegiato per le loro creazioni. E il formato è mignon.
Coleotteri, salamandre, farfalle, libellule persino ragni. Sono questi mondi infinitamente piccoli, gli elementi cardine di ogni creazione di Puccitelli, fil rouge di una poetica dalle radici antiche: la sua infanzia, il suo paese di origine nell’entroterra marchigiano e le colline circostanti.
Grande osservatore e amante del mondo naturale, Puccitelli è capace di cogliere nei suoi capolavori l‘anima stessa del mondo vegetale e animale, unendo rigore scientifico e forza inventiva. E se all’inizio della sua carriera il mezzo espressivo privilegiato è la pittura, è con il vetro che l’artista trova la sua perfetta dimensione (creativa e non) riuscendo a dare spazialità, cromatismo e trasparenza alla sua immaginazione.
Una passione, quella per il vetro, ereditata dai suoi maestri Pino Signoretto e Vittorio Costantini. Una dedizione totale, fatta di grande perizia tecnica, che insieme alla potenza espressiva, hanno determinato il suo successo. La sua fiamma, infatti, gli permette di lavorare oggetti piccolissimi per la cui rappresentazione scientifica è stato necessario negli anni un lungo lavoro. Mesi di studi, quotidiane ed innumerevoli prove (anche cinquanta al giorno) che gli hanno permesso, oggi, di raggiungere la perfezione.
I suoi animali mignon, sono in mostra a Villa Carlotta, diventano veri e propri pezzi unici, microcosmi di vetro che raccontano il mondo della natura.
La cifra stilistica del “molto piccolo”, è la stessa che si ritrova nei lavori di Silvia Rutolo. Pezzi unici, plasmati dal fuoco di una fiamma che arriva fino a 900 gradi e che portano nel loro DNA creatività e artigianalità.
Sono Le Ginevrine, la sua nuova linea di monili: cammei dai colori pastello ottenuti con la tecnica freeze and fuse, base su stampo siliconico, impasto di polvere di vetro, acqua e colore, e “micro universi naturali” dalle origini antiche che prendono forma su una superficie ridotta.
Già diffusi in età ellenistica, i cammei hanno infatti conosciuto grande vitalità nell’epoca della Roma Imperiale e del Rinascimento fino a raggiungere estremo successo nell’Inghilterra di Elisabetta I e Vittoria. Hanno poi riscoperto una popolarità tutta contemporanea grazie ai grandi nomi della moda – Dolce&Gabbana, Miu Miu e Lanvin  primi fra tutti – che li hanno rivisitati donando nuova allure e fama.
E se un tempo questi gioelli racchiudevano nella loro esigua superficie la rappresentazione di usanze o personaggi, con Silvia Rutolo prendono spazio e forma fiori e farfalle immaginarie. E il cammeo diventa green.
A completare l’esposizione, la  linea di  ‘gioielli sensoriali’, Baco. Collane e  orecchini che ricordano per fattezze il bozzolo del baco da seta, eleganti “gusci di vetro” che racchiudono tessuto imbevuto di particolari fragranze – tuberosa, fico, vaniglia bianca, mora e  muschio, gelsomino, talco, acqua di panna, violetta, rosa – rilasciate da impercettibili microfori.   Creazioni che seducono trasmettendo un’autentica “joie de vivre” che è il leitmotiv di  “Perlarte”, il brand di gioielli della designer.
Una costante, quella del profumo, che si ritrova nel percorso sensoriale di Caterina Roncati articolato in tre diverse “tappe”, Note di Testa, di Cuore e di Fondo.
Nella prima “stazione”, accanto ai profumi dell’arancio e del limone convive infatti l’elisir del galbano. Estratto da una pianta originaria dell’Asia, si contraddistingue per l’aroma fresco terroso e legnoso. Il suo utilizzo risale al 1945, quando per la prima volta viene usato nel  noto profumo Vent Vert di Balmain.
E’ lo ylang ylang, il fiore di tutti i fiori,  originario delle filippine, e famoso per essere stato scelto nel 1921 per la produzione dello storico Chanel N°5, che crea l’unicità della seconda stazione accanto alla rosa e al mughetto.
Dona particolarità alla terza e ultima tappa l’accordo fougère, una vera e propria “struttura olfattiva” caratterizzata – tra gli altri – da lavanda, geranio, vetiver e muschio di quercia. Un percorso che è una vera e propria suggestione sensoriale che ricrea all’interno della villa l’intensità olfattiva del parco.
Durante tutto il periodo della mostra, Silvia Rutolo propone al pubblico suggestive dimostrazioni della lavorazione del “vetro a lume”.
Il 21 e il 26 luglio dalle 16.00 alle 17.30, Villa Carlotta organizza laboratori “Crea il tuo gioiello” che daranno la possibilità a grandi e piccini di imparare a creare uno splendido monile.
Per prenotare i laboratori:  segreteria@villacarlotta.it oppure T: 0344 40405