Il Primato del Disegno – Pinacoteca di Brera – Sala I 9 maggio – 19 luglio 2015 @expo2015

Il Primato del Disegno.

I disegni dei grandi maestri a confronto con
i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani

Pinacoteca di Brera – Sala I

9 maggio – 19 luglio 2015

Comitato scientifico:

Carmen Bambach, Sandrina
Bandera, Giulio Bora, Marzia Faietti, Letizia Lodi, Furio Rinaldi, Francesca
Rossi, Claudio Spadoni, Francesca Valli, Giorgio Verzotti, con la
collaborazione di Giorgio Marini.

Per quanto famosa per la presenza
di opere pittoriche, la Pinacoteca di Brera, grazie al suo legame con
l’Accademia di Belle Arti, istituzione che in epoca neoclassica ha sostenuto la
grande tradizione del disegno, conserva anche un ricco ma poco noto Gabinetto
di Disegni.

Un’importante selezione di tali
opere su carta di Brera viene proposta in mostra accanto a prestigiosi prestiti
dalle più importanti collezioni pubbliche italiane e straniere: dal Louvre, dall’Albertina
di Vienna, dal Metropolitan Museum, dalla Morgan Library, dagli Uffizi ecc.; il
tema dell’esposizione è l’arte del Disegno come strumento fondamentale per
leggere e comprendere la pittura e raduna infatti esemplari scelti
espressamente perché strettamente correlati ai quadri della Pinacoteca.

Il confronto fra opere su carta e
opere su tela (o tavola), molte delle quali espressioni cruciali della storia
dell’arte italiana, permetterà di comprendere il raffinato e poetico rapporto
tra la fase dello studio preparatorio e la stesura finale o, per usare le
parole di Giovanni Morelli – fondatore di una particolare impostazione della critica
artistica basata sul riconoscimento di un artista attraverso i dettagli
anatomici – “farne una galleria per studiare meglio le specialità tecniche di
quei maestri”.

La mostra si prefigge infatti di dimostrare
come il disegno, dal Trecento al Novecento, sia costante fondamentale per la
genesi dell’opera pittorica. Insignita da Giorgio Vasari di un ruolo
prioritario rispetto alle altre arti, pittura, scultura e architettura, l’arte
del Disegno fin dal XVI secolo ha rappresentato un momento fondamentale per la
formazione degli artisti (come conferma l’aneddoto di vasariana memoria del
giovane Giotto intento a disegnare una pecora).

L’itinerario espositivo ripercorre
cronologicamente la storia delle scuole pittoriche italiane, a partire dai
rarissimi esempi pisanelliani e di Stefano da Verona, e dalla straordinaria stagione della pittura
veneta del Rinascimento, in cui Mantegna,
Giovanni e Gentile Bellini, affrontano prospettiva e interesse per
la natura e utilizzano il disegno come strumento di indagine della realtà.

Segue una sezione dedicata a Leonardo e i Leonardeschi, fondatori in Lombardia di una vera e propria scuola
del disegno: come per i dipinti del maestro, anche i disegni esposti mostrano
un arricchimento di valori quasi cromatici, di sfumati e di effetti
luministici.

La rappresentazione dello spazio secondo
la visione bramantesca compare in mostra grazie agli esempi di Bramantino, Gaudenzio Ferrari e Bernardino
Lanino
, nelle loro figure tendenti alla geometrizzazione.

Grazie a prestiti prestigiosi si è
potuto riunire accanto all’unico disegno preparatorio conosciuto per lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, proveniente da Oxford, una
serie di maestri raffaelleschi e manieristi fino a Parmigianino e Salviati,
in un excursus che dalle forme pittoriche
del primo Rinascimento giunge fino alla linea forzata dei grandi del tardo
Cinquecento.

Completano il panorama del XVI
secolo la scuola pittorica veneziana, rappresentata da Tintoretto e Paolo Veronese,
più manierista l’uno, più realista e luministico l’altro, e gli altri casi
significativi dell’Italia settentrionale: Luca
Cambiaso
, noto per i suoi effetti di luce, e i Campi, maestri del realismo più naturale.

Un capitolo speciale è dedicato a Federico Barocci, che per la sua
attenta osservazione del vero, per la cura quasi maniacale per il disegno
preparatorio, sapientemente arricchito di colore e colpi di luce, segna il
passaggio verso l’epoca moderna.

Il Seicento è rappresentato da
diverse realtà geografiche: a Bologna la fondazione dell’Accademia degli
Incamminati, da parte del Cardinal Paleotti, costituisce il primo esempio in Italia
settentrionale di insegnamento basato sul disegno. In mostra compaiono gli
importanti e rarissimi cartoni di Ludovico
Carracci
e Guido Reni, di
proprietà della Pinacoteca e generalmente non visibili al pubblico. Conclude il
secolo un interessante confronto con un disegno barocco di Pietro da Cortona.

La sezione del Settecento è
dedicata alla pittura, e di conseguenza al disegno, di genere; Giuseppe Maria Crespi, Londonio, Piazzetta, Canaletto e Guardi introducono alla pittura
aneddotica, alla “pittura di carattere” e al vedutismo.

L’epoca neoclassica è
rappresentata da raffinate opere di Giuseppe
Bossi e da un interessantissimo confronto
fra un affresco strappato e il disegno preparatorio corrispondente di Andrea Appiani, entrambi di grandissimo
formato.

Grazie ad alcuni esemplari su
carta di Hayez e Fattori si prende in esame l’Ottocento
ed in particolare la visione romantica del Bacio, da un lato, e del realismo imperturbato
e poetico, dall’altro.

L’autoritratto di Segantini introduce invece al disegno
del Novecento. Oltre alle opere costruite tradizionalmente basandosi sul
disegno, da Boccioni, Modigliani, Carrà, Morandi, Sironi, Giacometti, Licini, il
Novecento propone altre infinite possibilità, dalle avanguardie storiche, alla
linea grafica come espressione del tormento umano del secolo.

Oltre al
percorso storico la mostra permette anche di addentrarsi nelle dinamiche di bottega
degli artisti, di notare come un disegno poteva anche essere assunto come prova
di contratto (Barocci), o poteva essere riutilizzato più volte come cartone
preparatorio ripetibile (Carpaccio), permette di osservare quanto spesso
gli artisti disegnassero sul retro dei dipinti, tracciando figure e profili,
vere e proprie prove di grande creatività, mai prima esposte al pubblico (Pietro
Alemanno)
. Ma si scopre anche come gli artisti rielaborassero i disegni
anche poco dopo l’esecuzione del dipinto, considerandoli concettualmente
autonomi rispetto alla pittura (Morandi), o infine come elaborassero
monocromi come documento di bottega, materiale di riferimento per conservare la
memoria e i modelli, per un teatro degli affetti destinato a commuovere ancor
più di un’opera dipinta (Giovanni Bellini).

Conferenza stampa

Venerdì 8 maggio ore 11.30

Pinacoteca di Brera – Sala della
Passione

Inaugurazione

Venerdì 8 maggio ore 18.00 – 19.00
con ingresso gratuito

Pinacoteca di Brera – Sala I


Pinacoteca di Brera

via Brera, 28 – Milano

(accesso disabili da via Fiori Oscuri, 2)

Orari

8.30-19.15 da martedì a domenica

(la biglietteria chiude alle 18.40)

chiuso lunedì

Biglietti

Intero € 10.00

Ridotto € 7

Abbonamento 2015 € 25.00 (ingresso a Pinacoteca e mostre fino al 10 gennaio 2016)

Gratuito: ogni prima domenica
del mese

Prenotazioni

Per gruppi, scuole e singoli

tel. 02 92800361

www.pinacotecabrera.net

Attività didattica

Servizi educativi della Pinacoteca di Brera

tel. 02 72263.219/262

www.brera.beniculturali.it/Servizi educativi

Informazioni

Ufficio Mostre ed Eventi

tel. 02 72263.259 – 266

sbsae-mi.brera@beniculturali.it

www.brera.beniculturali.it

Catalogo

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