Le sette perle del GAL Golfo di Castellammare Da Palermo ad Alcamo un viaggio tutto d’un fiato

Il Cristo Pantocratore

Le Sette Perle del GAL Golfo di Castellammare

Da Palermo ad Alcamo: Un Viaggio Tutto d’un Fiato

Si respira un’aria nuova a Palermo, passeggiando per le sue strade e piazze ricche di monumenti, principalmente normanni. Magari a bordo di una delle 25 motocarrozzette “Ape”, un servizio creato per evitare il caotico traffico cittadino da una cooperativa di giovani intraprendenti che hanno inventato un lavoro.

L’influenza della civiltà normanna è evidente nei principali edifici, come la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, conosciuta come Martorana, dove fu incoronato Ruggero II, e la Chiesa di San Cataldo, capolavori dell’architettura e della decorazione dell’epoca, insieme alla Cappella Palatina. Questa è descritta come “il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano” da Guy de Maupassant. Al suo interno, spiccano i mosaici bizantini: un trionfo di oro e colori con scene bibliche. Anche il Duomo di Monreale, costruito quaranta anni dopo, è di incomparabile bellezza, con il suo bellissimo chiostro e il magnifico mosaico del Cristo Pantocratore, che dall’alto sembra seguire ogni visitatore con lo sguardo. Recentemente, dal Duomo è stata trasmessa la Santa Messa in diretta su RAI 1.

Il centro di Palermo è rappresentato dalla piazza ottagonale dei Quattro Canti, chiamata Teatro del Sole per la sua posizione centrale che permette di osservare il percorso del sole dall’alba al tramonto. Qui si svolgevano feste effimere e della forca, balli, banchetti e tornei, e ancora oggi è scelta come scenario per il “festino” di Santa Rosalia, che sconfisse la peste nera, sostituendo le antiche sante patrone della città: Ninfa, Cristina, Oliva e Agata. La festa della “Santuzza” è una delle più belle del folklore siciliano e include maestosi carri barocchi allegorici, che sono attualmente disposti in giro per la città in attesa di essere riutilizzati il prossimo 15 luglio. Il consigliere comunale Giulio Cusumano ci apre le porte del Palazzo delle Aquile di Federico II di Svevia, oggi sede del Municipio e già sede del Senato. Il palazzo si affaccia su Piazza Pretoria, detta anche Piazza della Vergogna, per via della nudità delle statue poste intorno alla grande fontana, ma anche per il suo costo astronomico e lo scandalo che suscitava nelle monache di clausura che vi si affacciavano. Nella sala del consiglio comunale, nota come Sala delle Lapidi, sono ricordati gli uomini illustri che hanno fatto la storia della città e i tanti eroi che hanno perso tragicamente la vita. “Nei giorni scorsi è stato presentato il progetto ‘Palermo Pass: Tutto su una APP’ per dispositivi smartphone e tablet,” ci dice Cusumano, “inteso a sviluppare il turismo grazie a una guida completa della città, scaricabile gratuitamente”. In particolare, sono previste indicazioni sui monumenti, lo shopping e i locali più di tendenza del momento, come il ristorante “Ballarò”, che prende il nome dal vicino mercato e dove si possono gustare i cibi di strada, comprese le arancine rese famose dalla fiction di Montalbano. Palermo “Panormus”, che in greco significa “tutto porto”, è da sempre considerata una metropoli di mare e oggi è il più importante porto della Sicilia. Una mappa è dedicata ai crocieristi: la “Voyager’s card”, pensata per chi giornalmente sbarca a Palermo e si muove per poche ore nel centro cittadino. Dopo aver visitato Palermo, attraverso l’autostrada si arriva in circa quaranta chilometri sulla costa meridionale e occidentale del Golfo di Castellammare, nella parte più agricola e meno montuosa. Alcamo, nota per il castello dei conti di Modica, conserva strutture significative di un passato monumentale, come il vasto complesso architettonico del Collegio dei Gesuiti, la cui costruzione iniziò nei primi anni della seconda metà del Seicento per la diffusione della fede e la formazione spirituale dei giovani. La conservazione dei monumenti è solo un esempio del lavoro fatto dal GAL Golfo di Castellammare, che, come ci ha confermato Luigi Amato, funzionario dell’ente, “intende dare un’identità culturale al territorio anche alla luce dell’aspetto religioso, che ha sempre avuto un ruolo importante per la Sicilia”. Il Gruppo di Azione Locale Golfo di Castellammare, il più giovane tra i 17 GAL siciliani, ha la sua sede operativa proprio ad Alcamo, dove di recente è giunta, su invito della regione, una delegazione di funzionari croati. Scopo dell’incontro è stato quello di mostrare le azioni previste nel Piano di Sviluppo, che si basano su interventi infrastrutturali rurali, come la promozione finalizzata all’incremento del turismo, alla valorizzazione delle emergenze naturalistiche, storico-culturali e architettoniche, alla crescita di adeguati canali di commercializzazione dei prodotti locali e alla promozione delle produzioni tipiche. Grazie al finanziamento del GAL Golfo di Castellammare è stata recentemente realizzata una pubblicazione, in italiano e in inglese, sugli itinerari tematici proposti dall’associazione culturale “Wine Farm and Tourist” per scoprire: i bagli, tipiche costruzioni fortificate un tempo utilizzate come magazzini, come quello bellissimo di Scopello, famosa anche per i suoi faraglioni e la sua tonnara; le cantine; i musei e i maggiori vigneti situati a cavallo delle due province di Trapani e Palermo. Tra i percorsi, quello che combina natura, agricoltura e religione e quello che coniuga “Vino e architettura rurale”, che, partendo dalle Dune di Calatubo sul versante tirrenico, permettono di vedere i ruderi del castello e la millenaria fontana araba della “Cuba delle Rose”, recentemente restaurata dal GAL, che ha finanziato anche: i “Mercati del contadino”; la riqualificazione dei “Bevai di monte e di valle”; il rifacimento dei muretti a secco dell’area esterna del Santuario della Madonna del Furi di Cinisi; la ricostruzione della chiesa di San Cataldo tra i territori di Trappeto e Terrasini e i restauri dei “ponti federiciani” della Madonna del Ponte di Partinico. Voluti dall’Unione Europea, questi enti hanno il compito di coinvolgere nello sviluppo del territorio tutti gli attori. Nel Golfo di Castellammare si coniugano bene le tradizioni produttive di qualità, il vicino aeroporto internazionale di Palermo, la ferrovia e le autostrade. Del GAL Golfo di Castellammare fanno parte aziende e associazioni private ed enti pubblici, tra questi i comuni di Terrasini, Cinisi, Partinico, Balestrate, Trappeto e Scopello in provincia di Palermo e solo Alcamo in provincia di Trapani. Nella restaurata Real Cantina Borbonica di Partinico, poco distante da Alcamo, si trova la sede del Museo delle tradizioni storiche, culturali e agricole. Ed è qui che troviamo i “Pupi di Partinico”, rappresentati dagli ultimi pupari: Nino Canino, che alla veneranda età di 86 anni ancora va in scena con la sua possente voce, coadiuvato dalla figlia Laura, e Vincenzo Garifo, formatosi alla scuola dei Canino e cresciuto senza padre dall’età di due anni, con le lacrime agli occhi ci dice che “la sua famiglia sono i Pupi” e intanto ci mostra una parte della sua stupenda collezione, da Beatrice a Orlando a Angelica a Carlo Magno. Canino e Garifo tengono spettacoli all’interno della struttura, per la gioia delle scolaresche e dei turisti, guidati dal loro amore per le storie cavalleresche. Il Teatro dell’Opera dei Pupi nel 2001 è stato riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio immateriale dell’Umanità. “La mission del GAL Golfo di Castellammare è puntare su tre aspetti: enogastronomia, turismo rurale e conservazione del paesaggio, migliorando la qualità della vita in queste aree dove abbiamo avviato una fase di ascolto che coinvolge in primis le scuole per far conoscere il volto migliore dell’Europa, un’Europa che investe”, sono queste le parole del Presidente del GAL Pietro Puccio. Gli fa eco Andrea Ferrarella, Responsabile di Piano, che conferma gli obiettivi raggiunti, spendendo tutte le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. “Le aree rurali devono essere rivalutate”, dice Santi D’Alessandro, responsabile per la Regione Sicilia della gestione dei GAL isolani e dell’animazione sul territorio, “dando la possibilità alle piccole aziende e agli artigiani, che operano in loco, di investire, come è stato il caso delle due sorelle che si sono inventate un’attività nel messinese con la lavorazione di un arbusto per creare souvenir e hanno richiesto un finanziamento al GAL territoriale per realizzare un laboratorio

Condividi