Mostre. A Palazzo Reale “Warhol”, oltre 160 opere dalla collezione Peter Brant #warhol; #bepop15

Andy Warhol

 

Blue Shot Marilyn

1964

Collezione Brant Foundation

© The Brant Foundation, Greenwich (CT), USA

© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2013

Milano, 23 ottobre 2013 – Andy Warhol, padre
della Pop Art americana, torna a Milano con una grande monografica a Palazzo
Reale, che per la prima volta ospita una mostra dell’artista statunitense.
L’evento attesissimo è al centro della programmazione dell’Autunno Americano,
iniziata il 24 settembre con la mostra “Pollock e gli Irascibili. La scuola di
New York”. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano
e prodotta da Palazzo Reale
e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in
collaborazione con Arthemisia Group, la mostra è curata da Peter
Brant
con il contributo di Francesco Bonami: appassionato
collezionista, fin da giovanissimo Brant iniziò a comprare opere di artisti
contemporanei americani mettendole poi a disposizione per fini di studio
e divulgazione attraverso la Brant Foundation.

Come scrive Francesco Bonami: “La mostra è
un’occasione rarissima per il pubblico di poter vedere uno dei gruppi di opere
più importanti dell’artista Americano (…) raccolto non da un semplice, per
quanto appassionato, collezionista ma da un personaggio, Peter Brant, intimo
amico di Warhol con il quale ha condiviso gli anni artisticamente e
culturalmente più vivaci della New York degli anno ‘60 e ‘70
”.

Oltre 160 opere, dai primi disegni di
Warhol per finire con le spettacolari Ultime Cene – presentate proprio a Milano
nel 1987 in quella che fu l’ultima mostra di Warhol, prima della morte per una
banale operazione – e gli autoritratti, passando attraverso le opere più
iconiche come le “Electric Chairs” (1964), il grande ritratto di Mao, i fiori e
uno dei più famosi capolavori di Warhol “Blue Shot Marilyn” (1964),  il ritratto
della famosa attrice americana che ha in mezzo agli occhi il segno restaurato di
uno dei colpi di pistola esploso da un’amica dell’artista nel 1964 che Brant
avrebbe poi acquistato per 5000 dollari nel 1967 con i proventi di un piccolo
investimento.

Dai divi del
cinema alle bottiglie di Coca Cola, fino ad autentici capolavori come il
Cenacolo di Leonardo da Vinci, Andy Warhol ha trattato democraticamente tutti i
suoi soggetti con tecniche nuove prodotte dai linguaggi della contemporaneità,
trasformando il suo lavoro di artista in un’officina di produzione di icone,
destinate a segnare un’epoca ed entrare a pieno titolo nella storia dell’arte –
ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –.
Per questo possiamo affermare che Warhol ha contribuito in modo determinante a
definire e trasformare il moderno concetto di icona: ormai lontana
dall’etimologia che lega in maniera indissolubile il sostantivo al mondo
religioso, alla devozione e all’adorazione, l’accezione corrente di icona è
laica, ed è ‘pop’. Proprio come la sua arte
”.

Quando un’opera d’arte, da semplice espressione del talento,
della tecnica, della creatività di un artista, diventa un’icona? Perché la
ripetizione di un’immagine, anche diversa e finanche trasfigurata, a volte
persino snaturata, invece di sminuirlo ne aumenta in maniera esponenziale il
potenziale iconico?

Storici
dell’arte, filosofi e artisti si sono spesso misurati con queste domande, ma
quel che è certo è che Andy Warhol ne conosceva le risposte.

Attraverso capolavori e opere
altrettanto sorprendenti, ma meno conosciute, come una serie di Polaroid mai
viste prima in Europa, la mostra della Collezione Brant non racconta
semplicemente il Warhol star del mondo dell’arte e del mercato, ma anche il
Warhol intimo, l’amico, l’uomo.

Pur a distanza di anni e pure in una società profondamente
cambiata, le opere che il visitatore potrà ammirare a Palazzo Reale, dimostrano
come la grande arte non invecchi mai. Come scrive Francesco Bonami:  “I
grandi artisti possono avere periodo più o meno interessanti, ma nella loro
produzione avranno sempre qualcosa che riesce a comunicare. Warhol parla dalla
nostra società, oggi come allora
”.

Accogliendo l’invito di portare a Milano la propria
collezione Peter Brant ha dichiarato “Sono molto onorato di avere questa
opportunità anche perché Andy sarebbe stato felice di tornare a Milano una città
che lo amava e che lui amava e gli era rimasta profondamente nel cuore”
.

Dopo Milano la mostra proseguirà
per il prestigioso museo LACMA di Los Angeles a conferma di come Palazzo Reale e
Milano facciano oramai parte del grande circuito dell’arte moderna e
contemporanea.

INFO E PRENOTAZIONI

Prenotazioni: 0254913

http://www.warholmilano.it|http://www.comune.milano.it/palazzoreale

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