L’antico nome di Amsterdam era Mokum, derivato dall’ebraico Makom che significa “luogo”. Per gli ebrei, Amsterdam era “la città”, mentre fuori dalle sue porte si trovava la Medina, ovvero la provincia. L’influenza ebraica è evidente nel vocabolario locale: i cittadini usano ancora termini come mazzel (buona sorte) e mesjogge (pazzo). Anche l’humour ebraico è integrato nella cultura, testimoniato dalle barzellette di Sam e Moos, personaggi creati da Max Tailleur. I piatti tradizionali ebraici come ossenworst (pasta di manzo), meikaas (formaggio fresco), pekelvlees (carne salata), zure bommen e augurken (cetrioli sott’aceto) e uitjes (cipollotti) sono diventati parte integrante della cucina locale.
Numerosi edifici e monumenti ricordano il passato ebraico di Amsterdam: la sinagoga portoghese (Portugese Synagoge), il complesso delle quattro sinagoghe ashkenazite che ospita il Joods Historisch Museum, il mercato di Waterlooplein, il palazzo dell’Unione dei lavoratori del Diamante (Algemene Nederlandse Diamantbewerkers Bond) e il teatro Hollandsche Schouwburg.
I primi ebrei arrivarono in Olanda intorno al 1600, inizialmente dalla Spagna e dal Portogallo (sefarditi), seguiti da migrazioni di ebrei dalla Germania e dall’Europa orientale (ashkenaziti). Ad Amsterdam, a differenza di altre città europee, non erano costretti a indossare segni di riconoscimento o a vivere in quartieri confinati. La città rappresentava un’eccezione in Europa.
I sefarditi erano spesso commercianti facoltosi, mentre gli ashkenaziti, estremamente poveri, cercavano una nuova vita. Tuttavia, non tutti trovarono fortuna, soprattutto perché non potevano entrare nelle corporazioni. La povertà persistette fino al 1796, quando, influenzati dalla rivoluzione francese, agli ebrei furono riconosciuti i diritti dell’uomo e del cittadino. Solo all’inizio del XIX secolo, grazie all’industria dei diamanti, la situazione migliorò notevolmente. La comunità ebraica, per secoli concentrata nella parte orientale della città vecchia, iniziò a popolare altre zone della capitale.
Tra il Nieuwmarkt, la Waterlooplein e la Weersperplein, sorgevano le principali sinagoghe e i mercati tipici. Durante l’occupazione tra il 1940 e il 1945, tremila ebrei furono deportati e uccisi nei campi di concentramento, lasciando una ferita nel cuore dei quartieri ebraici. Tuttavia, queste strade rimangono ricche di riferimenti alla cultura ebraica sviluppatasi dal XVII secolo.
Il Joods Historisch Museum è ospitato nel complesso delle sinagoghe ashkenazite del XVII e XVIII secolo. Il percorso museale inizia dalla Nieuwe Synagoge, che illustra le principali caratteristiche dell’identità ebraica e l’influsso dell’Olanda sulla cultura ebraica. Nella Grote Synagoge del XVII secolo, la sinagoga pubblica più antica dell’Europa occidentale, sono esposti oggetti cerimoniali tipici. Il museo include un coffee shop kasher che serve specialità della cucina ebraica.
Indirizzo: Jonas Daniël Meijerplein 2-4
Ultimata nel 1675, la sinagoga portoghese non ha eguali al mondo per le sue dimensioni. L’interno e l’esterno dell’edificio sono rimasti pressoché invariati da allora. Le cerimonie sono illuminate dalle candele dei lampadari del XVII secolo. La sinagoga può essere visitata ogni giorno, eccetto il sabato e le festività ebraiche. La biblioteca Ets Chaim, famosa in tutto il mondo, si trova negli edifici circostanti. Durante l’inverno, le funzioni si tengono in un’altra area del complesso a causa delle temperature rigide.
Indirizzo: Mr. Visserplein/Jonas Daniël Meijerplein 2-4
Fin dal 1886, il mercato della Waterlooplein è stato il mercato giornaliero del quartiere ebraico. La comunità acquistava qui ogni genere di merce. Il mercato si teneva tutti i giorni, eccetto il sabato. Dopo la guerra, è diventato un mercato delle pulci, perdendo parte del suo fascino originale. Dal 1988, è situato nella parte nord-orientale della Waterlooplein ed è oggi una delle attrazioni turistiche di Amsterdam, aperto dal lunedì al sabato.
Il palazzo dell’ANDB (Algemene Nederlandse Diamantbewerkers Bond), costruito nel 1900 dall’architetto H.P. Berlage, merita una visita sia per l’esterno che per l’interno. Questo sindacato, i cui membri erano per la maggior parte ebrei, fu il primo a possedere un edificio di tali dimensioni. Oggi ospita il museo De Burcht sulle unioni sindacali.
Indirizzo: Henri Polaklaan 9
Il teatro Hollandse Schouwburg, costruito nel 1893, era molto frequentato dalla comunità ebraica. Nel 1942, i nazisti lo usarono per radunare gli ebrei in attesa di deportazione. Dal 1962, l’edificio è un monumento e dal 1993 è diventato un luogo della memoria, gestito dal Joods Historisch Museum. Le mostre sono aperte gratuitamente ogni giorno.
Indirizzo: Plantage Middenlaan
Un tempo, nel quartiere ebraico si trovavano molti broodjeswinkel, paninerie tipiche della cucina ebraica. Oggi, il coffee shop kasher all’interno del Joods Historisch Museum è l’ultimo broodjeswinkel della zona. Un altro famoso broodjeswinkel è Sal Meijer, ora situato al 45 di Schelderstraat, nella parte meridionale della città. Aperto dalla domenica al giovedì dalle 10:00 alle 19:30 e il venerdì dalle 10:00 alle 14:00, serve un menu giornaliero dopo le 17:00. Tra le specialità da provare ci sono le polpette di pesce (viskoekjes), le polpettine di carne con panino (broodje bal) e i panini con insaccati (broodje ossenworst e broodje pekelvlees).