La mostra ALT®I POPOLI. Falisci e Celti, allestita nel suggestivo sottosuolo del Museo archeologico regionale di Aosta, fa riemergere dalle nebbie della Storia uno fra gli antichi popoli dell’Italia centro-tirrenica, i Falisci, che l’espansione di Roma cancellò quasi completamente, e li abbina ai Celti, le popolazioni che abitavano le montagne valdostane tra l’VIII e il I secolo a.C. e che subirono sorte analoga.
Emily Rini, Assessore dell’istruzione e cultura
Effettivamente si può pensare che siano due popolazioni molto distanti tra di loro: una popolazione di collina e una popolazione di montagna. Vedrete, vivendo e riassaporando questa mostra, come tra queste due popolazioni apparentemente così distanti ci sia un nesso comune. In realtà, quello che abbiamo voluto è accettare una sfida, ovvero di scoprire nuove nicchie, di riuscire a far apprezzare alle Valdostane e ai Valdostani, ma anche ai tanti turisti, che soprattutto durante le festività natalizie verranno a visitare questo evento, come vogliamo essere in grado di cogliere nuove sfide, di scoprire cose nuove, di allargare i nostri orizzonti.
Frutto di una collaborazione con il nuovo Polo Museale Regionale e la Soprintendenza Archeologica di Firenze, ha permesso di mettere in luce aspetti inediti.
Maria Cristina Ronc, Museo archeologico regionale
La straordinarietà è quella di aver messo vicino due popoli che apparentemente non si conoscevano, che invece si sono incontrati: perché i Galli e i Falisci sono rappresentanti in uno straordinario vaso dipinto che è al museo archeologico di Bonne. Ed è ovvio, è sicuro, che popolazioni etrusche siano arrivate fino a Torino, dove sono arrivati i Galli Boi, Senoni… Dobbiamo immaginare forme migratorie molto simili a quelle a cui, purtroppo, stiamo di nuovo assistendo in questo momento.
Oltre ai più di 200 reperti falisci, legati alla deposizione dei defunti relativi a ricche parures di materiali preziosi destinate soprattutto alle donne e agli eccezionali contenitori utilizzati nei momenti conviviali, sono esposti i coevi reperti rinvenuti negli scavi valdostani e altri già presenti nelle collezioni dell’Académie Saint Anselme.