Repubblica Ceca sul palcoscenico di Expo 2015

EXPO PR

Sarà un grande show quello targato Repubblica
Ceca sul palcoscenico di Expo 2015 a Milano. Soddisfazione ed entusiasmo
per quella che sarà un’occasione unica di mostrare al mondo i volti
meno noti del Paese. Ma anche quelli celebri: madrina di Casa Cechia
sarà la bellissima Alena Seredova e ovunque scorrerà la celebre e
amatissima birra Pilsner Urquell. Tutto pronto dunque per fare del
padiglione ceco un punto di incontro, cultura e intrattenimento. Fino a
tarda sera.

 

La Repubblica Ceca a Expo 2015

Al tema dell’Esposizione Universale di Milano – “Nutrire il Pianeta,
energia per la vita” – la Repubblica Ceca vuole contribuire in quanto
Paese con una ricca tradizione di produzione agricola e alimentare e
allo stesso tempo come leader mondiale in alcuni settori specifici. Sul
palcoscenico di Expo 2015 presenterà le proprie esperienze in campo e
illustrerà le innovazioni elaborate nella gestione delle risorse idriche
nonché i risultati delle ricerche effettuate da Istituti biochimici e
nanotecnologici applicati alla tutela dell’ambiente, della salute umana e
quella degli animali e a una produzione alimentare sana.

 Spazi aperti

Il padiglione della Repubblica Ceca è un omaggio moderno alle linee
semplici e squadrate  dell’architettura funzionalista che ha disegnato
la storia e il patrimonio architettonico del Paese. I progettisti –dello
studio Chybik+Kristof- hanno optato per una struttura modulare e componibile,
che consentisse di giocare con i volumi per collegare gli ambiti indoor
e garantire la massima libertà di movimento agli artisti che esporranno
qui, ma esaltasse al massimo gli spazi aperti. Forti
di una posizione assai felice sia dal punto di vista logistico (quello
ceco è tra i primi padiglioni accessibili dall’ingresso principale di
Rho Fiera) che ambientale (la struttura è bagnata da un canale su due
lati), i giovani architetti cechi hanno pensato all’acqua come leit-motiv
del loro progetto. La scelta del tema non deve sorprendere: se è vero
che la Repubblica Ceca non ha sbocchi sul mare, il richiamo dei
progettisti è ai 3 grandi fiumi del Paese (che sfociano in altrettanti
mari), alle acque termali di cui il suolo ceco è straordinariamente
ricco e infine a una radicata tradizione nella costruzione di piscine
sviluppatasi principalmente negli Anni ’30. Senza dimenticare che il
mare, proprio perché assente, è un sogno dal forte valore evocativo per
il popolo ceco. Ultimo ma non ultimo, soprattutto alla luce di quello
che è il tema di Expo 2015, la Repubblica Ceca è leader nella produzione
di tecnologie per la purificazione dell’acqua.

 
Omaggio all’acqua

Il richiamo più “clamoroso” e al tempo stesso glamour al tema dell’acqua è la splendida piscina che domina lo spazio antistante il padiglione,
proprio a margine del Decumano, il viale principale di Expo. Uno
specchio d’acqua che i progettisti avrebbero voluto “vivo”, con i
visitatori liberi di sguazzarvi e rinfrescarvicisi. Regolamenti di
sicurezza e norme igieniche non lo consentono ma, grazie anche al bar a
bordo piscina, questo spazio open sarà comunque il cuore pulsante del padiglione
–dotato anche di un anfiteatro per eventi- dove la gente si
raccoglierà, confronterà, riposerà e rilasserà durante il giorno e dove
dopo il tramonto prenderanno vita eventi e intrattenimenti by night. Il
fiume di persone provate da un’intera giornata a piedi in lungo e in
largo per la grande Esposizione Universale e avviate verso l’uscita non
resisterà al fascino di un ambiente fresco, invitante e illuminato a
festa. La tentazione di riposare le stanche membra e rinfrescare la gola
con la famosa birra ceca Pilsner Urquell sarà irresistibile. Nella
calda estate di Expo, l’urban pool di 25 metri di lunghezza per 40 cm di
altezza (di cui 20 riempiti di acqua) vuole essere un’attrazione viva,
animata da spruzzi, zampilli e nuvole di vapore acqueo che fuoriescono
da un’opera scultorea di Lukas Rittstein in materiale bioplastico,
carbon e materiali portanti compositi, che simboleggia la tecnica
ispirata alla natura.

 

 
Gioco di volumi

Sul grande volume principale bianco, si posizionano,
sorretti da putrelle d’acciaio, altri blocchi a formare una struttura
unica, ricoperta di lamiera a effetto specchio, che rende un’immagine di
solidità e leggerezza al tempo stesso. Una leggerezza
dovuta anche alla precisa scelta di giocare con gli spazi aperti e a
un’ampia interazione tra edificio e ambiente esterno. Al pian terreno
per esempio, la base del padiglione è open ma dotata di pannelli di
vetro chiudibili. Al centro del piano terra, ma anche degli altri
livelli del padiglione, una grande scalinata, cuore di un atrium
in pareti di vetro alto 6 metri, capace di ispirare uno slancio verso
l’alto, regalare ariosità agli spazi ma anche di assolvere a una
ventilazione naturale degli ambienti (dalla piscina l’aria fresca sarà
“risucchiata” nella tromba della scala e salirà verso i vari locali) che
permetta anche, sempre in tema con l’Expo e le tendenze del futuro, un risparmio energetico e un basso impatto ambientale
(alla base di tutte le scelte architettoniche ed edili fatte per il
padiglione ceco). La scala parte dal livello piscina e vuole essere
anche parte essenziale della coreografia di quel palcoscenico per eventi
che via via verrà a crearsi tra il bacino d’acqua e i primi gradini. Lo
stesso atrium della scala comunque sarà scenografia pura grazie a un
abile impiego artistico di fibre ottiche –chiaro richiamo all’alta
competenza ceca in fatto di nanofibre- per ottenere uno straordinario
gioco di luci e movimento nella rappresentazione delle onde di una
cascata in caduta libera (ennesima citazione del tema acqua). La scala
conduce ai piani del padiglione -destinati alle esposizioni ma anche
agli uffici e alla ristorazione- e all’oasi verde creata sul garden roof.
Il giardino pensile di erbe aromatiche e spontanee, fornito di panchine
per una sosta con vista sull’Expo, non poteva non ospitare cespugli
rampicanti di luppolo, ingrediente base della birra. Qui troneggia
un’opera di Jakub Nepras, un asteroide simbolo del pianeta salvato,
all’interno del quale avvistare animali rari o a rischio d’estinzione,
voluto dallo Zoo di Praga nell’ambito di un progetto di
sensibilizzazione contro il comportamento insensato e senza scrupoli
dell’uomo nei confronti del mondo animale.

 
Ammutoliti, nel Laboratorio del Silenzio

Ad accogliere il visitatore al primo piano, il Laboratorio del Silenzio, esposizione
permanente scaturita da un concorso tra scuole di arte, design e
architettura in Cechia, che ricrea a Milano un bosco misto di piante
vive e vegete, rappresentative dell’intero biotopo ceco e che desidera
evidenziare al pubblico la magia e al tempo stesso fragilità del sistema
ambientale. L’esposizione, emozionante già nel suo romantico
allestimento con grandi nuvole bianche come fioriere dotate
dell’illuminazione e areazione necessarie alla sopravvivenza della flora
che ospitano, vuole essere una fantastica esperienza interattiva,
grazie all’installazione di speciali telecamere robotiche capaci di
interagire con il visitatore e di proiettare su una grande parete
ondulata immagini vive dei singoli esemplari vegetali, fino a svelarne
anche i più piccoli dettagli e segreti. Sempre al primo piano, dalla
parte opposta alla foresta ceca, uno spazio per esposizioni temporanee,
dotato di alcuni moduli pronti dall’alto design, a disposizione degli
artisti che qui si avvicenderanno ogni quindici giorni per proporre, a
modo loro, le diverse regioni e i tanti volti della Repubblica Ceca-Paese dei mille racconti
(slogan dell’attuale campagna di promozione turistica di Czech Tourism,
l’ente nazionale di promozione turistica, partner ufficiale della
Repubblica Ceca a Expo Milano 2015).

 
Dentro la vita

Al secondo piano ecco che si schiude al visitatore il Laboratorio della Vita,
altra esposizione permanente che vuole identificare la Repubblica Ceca.
Se al piano inferiore è protagonista la natura pura e semplice, qui va
in scena il ruolo determinante dell’uomo nello studio e
l’interpretazione della natura stessa. Oggetto della mostra, i codici
genetici delle piante impiegate in agricoltura (dal grano in poi) la cui
decodificazione si deve proprio agli scienziati cechi, che con le
proprie scoperte hanno fatto un regalo inestimabile al mondo e che non
potevano quindi non essere celebrati all’interno di un’esposizione
universale il cui tema è “nutrire il pianeta”. Sulle pareti campeggiano
grandi rilievi che simboleggiano appunto questi codici, in insolite
installazioni tra lo scientifico e l’artistico firmate da Federico Diaz.
Sul soffitto, grazie a un’installazione multimediale sospesa realizzata
in plexiglass e legno e animata da proiezioni –opera di Jakub Nepras-
va invece in scena la simbolizzazione artistica della cellula e dei
processi biologici. Non manca nemmeno un laboratorio di ricerca
scientifica a basso consumo energetico della ditta Block, dove il
visitatore può provare a calarsi nei panni dello scienziato. Vetrate di
Jonas Strouhal. Impossibile infine non notare la grande scultura in
vetroresina, sempre di Lukas Rittstein, che simboleggia i successi della
casa farmaceutica Bioveta, produttrice di medicinali naturali o
comunque molto leggeri a uso veterinario, valida alternativa agli
antibiotici oggi tanto in discussione. Dalla scultura a forma di
minerale fuoriescono un cavallo, un uccello e un cane.

Sempre al secondo piano, dopo la scorpacciata di arte, scienza e cultura uno spazio di design anche per la fame vera. E’ qui la Baita del Cacciatore,
ristorante vip del padiglione, con terrazza, che celebra la tradizione
culinaria ceca basata principalmente su selvaggina e cacciagione. Il
trionfo del giovane design si ha nella scelta di decorare il ristorante,
invece che con i classici trofei di caccia, con moderne lampade in
vetro rigorosamente di Boemia e luci a led che richiamano le corna di
animali selvatici. Accanto al ristorante, uno spazio polifunzionale e
modulabile a servizio della sala per eventuali banchetti ed eventi
gastronomici (location prenotabile, a disposizione anche degli esterni
così come il pool-stage) ma anche utilizzabile come attrezzata sala
convegni.

 
Un padiglione in festa

Tanti saranno gli appuntamenti imperdibili in casa Cechia, a partire dal
giorno dell’inaugurazione ufficiale di Expo 2015, il 1° maggio
prossimo. Seguirà poi il National Day della Repubblica Ceca, che verrà celebrato già il 15 maggio
con l’alzabandiera, l’inno italiano, la presenza di diverse delegazioni
e tanti eventi in programma non solo nel padiglione ma anche in giro
per l’Expo. Per tutta la durata dell’Esposizione Universale, poi, si
alterneranno feste regionali, eventi culturali, celebrazioni di
anniversari storici, dimostrazioni folkloristiche, degustazioni,
attività e laboratori per bambini
. Nell’arco dei 6 mesi di Expo, poi, la Repubblica Ceca lancerà con entusiasmo interessanti programmi, come per esempio le Giornate della Scienza, le Giornate dell’Acqua (luglio) e le Giornate del Design (agosto).

 
Tutto si crea, tutto si distrugge. Anzi no, si ricrea.

Il progetto del padiglione ceco all’Esposizione Universale di Milano non
solo è stato particolarmente attento ai dettami della bioarchitettura e
alle esigenze di basso impatto ambientale con scelte sostenibili, ma ha
preferito una costruzione modulare proprio per agevolare e accelerare
le operazioni di smontaggio del padiglione stesso nel dopo-Expo
.
I singoli moduli verranno infatti celermente e agevolmente smontati per
essere poi riassemblati in un progetto unico o separatamente in
installazioni diverse in Repubblica Ceca. Insomma, nel caso del Czech
Pavillon nulla si butta e anche gli edifici si riciclano.

 
Scheda tecnica

Superficie intera del terreno  1362 m²
Area edificata    530 m²
Spazio edificato  6360 m3


 
Progetto: Chybik+ Kristof Associated Architects
Impresa costruttrice: Koma Modular Construction
Consegna lotto: 9 luglio 2014
Inizio lavori: 12 agosto 2014
Fine lavori: 31 marzo 2015
Fase collaudo e prova: aprile 2015

 
I materiali: la struttura dell’intero edificio è in
acciaio. La facciata è stata coperta con lamelle verticali frangisole in
alluminio. La superficie della piattaforma è in parquet di legno. Per i
pavimenti interni nelle sale esposizione sono stati usati materiali da
rivestimento. Le pareti sono in lastre Fermacel che fungono al tempo
stesso come protezione antincendio delle strutture.

Maggiori informazioni

Informazioni e aggiornamenti al sito www.czexpo.com
http://www.czechtourism.com/it/p/it-expo/