
Nel cuore del Monte Bianco, la montagna continua a essere scoperta, vissuta e raccontata attraverso lo sguardo esperto e appassionato delle Guide Alpine di Courmayeur. Il 2025 segna un traguardo storico: la Società delle Guide Alpine di Courmayeur compie 175 anni. Un anniversario importante che permette di guardarsi indietro con orgoglio e ragionare sul futuro di una professione che continua a evolversi, restando sempre fedele ai suoi valori più profondi.
Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1850, la figura della guida alpina ha avuto un ruolo centrale per chi desidera scoprire la montagna in sicurezza, esplorare i sentieri e vivere l’autenticità del territorio. Con l’obiettivo di mantenere viva questa eredità, sono stati ideati eventi celebrativi, incontri e iniziative culturali che animeranno l’intera estate.
Per comprendere però davvero una professione così ricca di storia e in continua evoluzione, è Alex Campedelli, presidente della Società delle Guide Alpine di Courmayeur, a condividere la sua esperienza, offrendo uno sguardo autentico sul valore profondo di un mestiere che ha segnato la storia di Courmayeur.
“È un momento davvero significativo” racconta Alex Campedelli, presidente della Società. “In questi 175 anni sono passate tante persone: clienti, amici, compagni di cordata. Ognuno ha lasciato qualcosa, e oggi più che mai sentiamo il dovere di custodire questa eredità, di tramandarla, ma anche di farla evolvere.”
Nel tempo, il mestiere di guida è cambiato. Sono cambiati gli strumenti, le tecnologie, l’abbigliamento, i mezzi con cui si raggiunge la montagna, ma è rimasta intatta la passione per la montagna. “Essere guida non significa solo portare qualcuno in cima a una vetta, significa accompagnarlo in un’esperienza di scoperta, insegnargli a leggere il paesaggio, a riconoscerne le meraviglie e i rischi, a rispettarlo” afferma Campedelli.
Ogni guida ha la sua storia. C’è chi ha camminato su queste montagne per una vita intera, come Edoardo Pennard, punto di riferimento per generazioni di guide e ancora oggi una presenza amata e rispettata da tutti. E ci sono i volti nuovi, i giovani che si stanno formando, portando con sé nuove energie ma anche il desiderio di imparare dai più esperti. Tra di loro spicca Anna Torretta, guida alpina e simbolo di una presenza femminile sempre più importante in un mondo che si sta evolvendo.
“Spesso chi inizia con una guida finisce per instaurare un legame che va oltre la singola escursione,” racconta Campedelli. “È un rapporto di fiducia che si costruisce nel tempo”. E quando si chiede quali siano i percorsi da consigliare, la risposta è semplice: non esiste un itinerario valido per tutti. Ogni persona è diversa, ogni giornata è diversa. È proprio qui che entra in gioco la sensibilità della guida, la capacità di ascoltare e scegliere il sentiero giusto in base a chi ha di fronte, alle condizioni meteo, all’umore del momento.
La giornata tipo di una guida comincia presto: sveglia all’alba, incontro con il cliente e via, verso la montagna. Se l’escursione dura più giorni, si condivide anche la vita in rifugio: si cena insieme, si chiacchiera, si trasmette un modo di stare in quota fatto di semplicità, attenzione e rispetto. “La montagna è esigente,” commenta Alex, “ma sa anche regalare momenti indimenticabili”.
A chi sogna di intraprendere questa professione, Alex consiglia prima di tutto di vivere la montagna il più possibile: “Non abbiate fretta. Serve tempo, esperienza, maturità. Fare la guida non è solo arrampicare: è un lavoro di responsabilità, fatto di persone e di scelte”.
Oggi, più che mai, il ruolo delle guide è anche quello di essere custodi del territorio. In un contesto segnato dai cambiamenti climatici, la loro conoscenza dell’ambiente diventa fondamentale. “Con Skyway, ad esempio, collaboriamo alla pulizia dei ghiacciai. È una responsabilità che sentiamo nostra: aiutare le persone a comprendere il valore e la fragilità della montagna fa parte della nostra missione”.
Dopo 175 anni, le Guide Alpine di Courmayeur sono ancora lì, tra le vette del Monte Bianco e continueranno, ogni giorno, a fare ciò che hanno sempre fatto: accompagnare, raccontare, proteggere la montagna.