
Antiche scoperte nell’area sud di Israele: cinque piccole statuette – tra cui figurano testi dai tratti africani scolpite nell’ebano– sono state rinvenute in alcune tombe femminili e infantili risalenti a 1.500 anni fa, nel corso di uno scavo archeologico a Tel Malḥata, nella Valle di Arad, parte del Negev.
Lo studio, condotto dal Dr. Noé D. Michael dell’Israel Antiquities Authority e dell’Università di Colonia in Germania, insieme a Svetlana Tallis , al Dr. Yossi Nagar ed Emil Aladjem dell’Israel Antiquities Authority, è stato pubblicato sul numero 117 della rivista scientifica ʼAtiqot.
“Le statuette provano che una comunità cristiana vivente nel sud del Paese circa 1.500 anni fa, e che alcuni dei suoi membri potrebbero provenire dall’Africa” , spiegano i ricercatori. “Scolpite in osso e in legno di ebano – un materiale raro proveniente dall’India meridionale e dallo Sri Lanka – le figurine raffigurano uomini e donne con marcati tratti africani, e sono dotate di un foro che ne permetteva l’uso come pendenti. È probabile che non fossero solo oggetti decorativi, ma simboli personali e intimi, portatori di storie di identità, tradizione e memoria”.
Accuratamente deposte nelle tombe insieme ai corpi delle donne e dei bambini, le statuette si sono conservate perfettamente e secondo i ricercatori “è possibile che rappresentassero gli antenati, e che quindi siano rappresentative di tradizioni tramandate di generazione in generazione, anche dopo la conversione al cristianesimo”.
Teste di figure africane scolpite scoperte nel sito. Crediti Dafna Gazit, Autorità per le Antichità Israeliana

Durante il periodo romano-bizantino, Tel Malḥata era un importante crocevia commerciale, attraversato da mercanti provenienti dall’Arabia meridionale, dall’India e dall’Africa. “Il ritrovamento di figurine africane in tombe cristiane locali è un evento raro, che arricchisce la nostra comprensione della diversità culturale della popolazione residente in quest’area circa 1.500 anni fa”.
Tra gli oggetti funerari ritrovati figurano anche reperti in vetro, gioielli in pietra e alabastro, e bracciali in bronzo e le modalità di sepoltura evidenziano caratteristiche tipiche di un rito cristiano del VI-VII secolo d.C. “È probabile – aggiungono i ricercatori – che una donna e un bambino, sepolti fianco a fianco e nelle cui tombe sono state trovate due delle statuette, appartenessero alla stessa famiglia: forse madre e figlio”.
Il commmento di Eli Escusido, Direttore dell’Israel Antiquities Authority, in merito all’eccezionale ritrovamento:
“I reperti di Tel Malḥata sono toccanti non solo dal punto di vista archeologico, ma anche umano. Ricordano che la Terra d’Israele è sempre stata un crocevia di culture e popoli, persone che giungevano qui, si integravano con la popolazione locale, ma continuavano a portare con sé tradizioni e credenze di terre lontane”.