Si terrà giovedì 24 novembre 2016 alle 21 l’atteso recital del pianista, previsto fuori abbonamento per la stagione concertistica al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena.
Appassionato di psicologia e computer, esperto di acustica e profondo conoscitore della meccanica e della costruzione dei pianoforti, Zimerman vive a Basilea dove divide il suo tempo tra la famiglia e un’attività concertistica volutamente limitata, che non supera i cinquanta concerti l’anno.
Nato nel 1956 a Zabrze, città della Polonia meridionale, e formatosi all’Accademia musicale di Katowice, si è aperto le porte a una brillante carriera internazionale nel 1975 come il più giovane vincitore del concorso Chopin di Varsavia, diventando rapidamente uno dei più accreditati interpreti del repertorio classico. Tra le esecuzioni storiche che lo hanno condotto al vertice della vita musicale si ricorda quella con i Wiener Philharmoniker, il 10 febbraio 1985, la sua interpretazione del Concerto per pianoforte di Robert Schumann sotto la direzione di Herbert von Karajan, e i Concerti n. 3, 4 e 5 di Beethoven nel settembre 1989 sotto la direzione di Leonard Bernstein.
Nel 2013, in occasione del 100° anniversario della nascita di Lutoslawski, Zimerman ha eseguito il Concerto per pianoforte a lui dedicato dal compositore polacco con le più importanti orchestre internazionali, e lo ha inciso con i Berliner Philharmoniker e Sir Simon Rattle per la Deutsche Grammophon. Durante i 30 anni di collaborazione con l’etichetta tedesca si è addentrato nei dettagli del processo di registrazione e resa acustica del suono sviluppando un approccio estetico del tutto personale col supporto sonoro, e abbandonando da molti anni la registrazione da solo in studio. “La musica è molto più che un’esperienza sonora – ha dichiarato il pianista in una rara intervista alla BBC – e a rivelarmelo è stata proprio la tecnologia digitale. Ci ha fornito troppe informazioni che riguardano il suono, e la musica non è solo suono. Utilizziamo il suono per creare musica, ma suonare significa piuttosto organizzare nel tempo le emozioni di chi ascolta, raccontare una storia. Quello che conta veramente è la storia che racconti utilizzando il suono e creare un suono sempre più perfetto non vuol dire necessariamente raccontare una storia in modo migliore. Anzi, la perfezione del suono e l’attenzione che vi si concentra è diventata in un certo senso un elemento preponderante, di distrazione.”
Zimerman ha coltivato un analogo, approfondito interesse in rapporto alle sonorità e alla meccanica del proprio pianoforte, adattando i propri strumenti di volta in volta alle necessità delle esecuzioni e del repertorio. “Da studente vivevo in un periodo, dietro la cortina di ferro, in cui ottenere parti di ricambio per un pianoforte Steinway era assolutamente impossibile – prosegue il pianista -. Era semplicemente troppo costoso, non potevamo permettercelo. Dunque, quando si rompeva qualcosa bisognava prendere un pezzo di legno, gli attrezzi, e farselo da solo, o cercare di ripararlo. In seguito, ho realizzato che questa era stata per me un’esperienza fantastica perché avevo imparato a conoscere il pianoforte dall’interno. Era diventato per me come un essere umano, perché sapevo se era malato e come potevo curarlo.”
Zimerman ha ricevuto numerosi premi internazionali: il 24 gennaio 2005, giorno dell’apertura del MIDEM a Cannes, il Ministro della cultura Renaud Donnedieu de Vabres gli ha conferito la Legione d’Onore francese, il Premio dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena e il Leonie-Sonning Prize. Gli è stato conferito il Dottorato Honoris Causa dell’Università di Katowice e la prima e più alta onorificenza per personaggi non legati al Corpo militare, la Croce al merito con stella.
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