MICHIELETTO TORNA A PARIGI CON UNA NUOVA PRODUZIONE DI SAMSON ET DALILA: “RACCONTO LA SOFFERENZA

MICHIELETTO
TORNA A PARIGI CON UNA NUOVA PRODUZIONE

Répétition Samson et Dalila – septembre 2016 © Vincent Pontet – OnP

DI
SAMSON ET DALILA: “RACCONTO LA SOFFERENZA

CHE
CI RENDE TUTTI UGUALI”

Dal
4 ottobre all’Opéra Bastille,

dove
l’opera manca da un quarto di secolo.

Protagonisti
Anita Rachvelishvili e Aleksandrs Antonenko.

Sul
podio Philippe Jordan.

Dopo
il successo del suo allestimento del Barbiere di Siviglia,
messo in scena all’Opéra Bastille nel settembre 2014 e ripreso nel
febbraio 2016, il regista veneto Damiano Michieletto torna all’Opéra
National de Paris con una nuova produzione dell’opera Samson et
Dalila
di Camille Saint-Saëns, co-prodotta con il Metropolitan
di New York. Lo spettacolo, in scena da martedì 4 ottobre alle 19.30
all’Opéra Bastille, è diretto da Philippe Jordan.

Nel
mettere in scena l’opera ho cercato di non apporre etichette – dice
Damiano Michieletto – evitando la distinzione tra ebrei e filistei.
Mi sono invece concentrato sul concetto di schiavitù. Mi interessava
raccontare la sofferenza, perché nella sofferenza siamo tutti
uguali. Ciò che si vede è quindi un conflitto tra chi è trattato
come schiavo, come oggetto, e chi esercita violenza. Nel baccanale
del terzo atto poi, la vittoria di un popolo sull’altro è celebrata
in modo feroce: i dominatori indossano abiti storici, come in un
baccanale romano, ed esercitano tutta la loro volontà di
sopraffazione sugli oppressi.

Mi
sono anche concentrato sul personaggio di Dalila – prosegue il
regista – che non è solo portatrice di vendetta, non è
semplicemente un doppio del Gran Sacerdote. Tant’è che lo rifiuta,
insieme al suo denaro. È una donna brutalizzata dalla società in
cui vive, dedita al possesso e alla dominazione, e che compie un
percorso: arriva a una presa di coscienza e si sente responsabile
della distruzione anche fisica di Samson, l’uomo che ha abbandonato
tutto per lei, arrivando ad immolarsi con lui”.

Le
scene dello spettacolo sono di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti
e le luci di Alessandro Carletti. Protagonisti sul palco sono Anita
Rachvelishvili e Aleksandrs Antonenko, nei ruoli di Dalila e Samson,
insieme a Egils Silins (Le Grand Prêtre de Dagon), Nicola Testé
(Abimélech), Nicolas Cavallier (Un vieillard hébreu) e John Bernard
(Un messager philistin).Samson
et Dalila
, prima nuova
produzione della stagione 2016-2017 all’Opéra Bastille, è in scena
fino al 5 novembre. Informazioni:www.operadeparis.fr.

Tutti
credevano che dovessi essere pazzo per tentare un soggetto biblico.
Diedi un’audizione del secondo atto a casa mia, ma nessuno lo capì
del tutto. Senza l’aiuto di Liszt, che non ne conosceva neppure una
nota, ma che mi incaricò di finirlo e di allestirlo a Weimar, Samson
non avrebbe mai visto la luce”. Così scrive Camille Saint-Saëns
nelle sue Memorie Musicali (Musical Memories, Small,
Maynard & Company, 1919, pp. 45) a proposito del suo capolavoro,
che andò in scena per la prima volta proprio a Weimar il 2 dicembre
1877, al Grossherzogliches Theatre.

Nonostante la
popolarità odierna, nei primi tempi Samson et Dalila non
incontrò il favore del pubblico: arrivò in Francia solo il 3 marzo
del 1890, al Théâtre des Artes di Rouen, per approdare nella
capitale il 31 ottobre dello stesso anno, al Théâtre Lirique de
l’Eden. Da lì in poi tutto cambiò: l’essere considerata un’opera
“difficile” si trasformò in un vantaggio, e prima del 1900,
Samson et Dalila vide ben 228 rappresentazioni all’Opéra di
Parigi, dove ora ritorna dopo un quarto di secolo di assenza in una
nuova produzione firmata da Damiano Michieletto.