Una fiaba animata da fate, gnomi e coboldi: è l’opera “La donna
serpente” di Alfredo Casella, tratta da
La regia dello spettacolo, co-prodotto con il Festival della Valle
d’Itria, è affidata ad Arturo Cirillo, attore e regista pluripremiato.
“Lavorando su La donna serpente – dice il regista – mi è venuto in mente
Il flauto magico: entrambe le opere-fiaba hanno un sottile velo di
crudeltà per la scelta di far passare i protagonisti attraverso
l’esperienza purificante del dolore”. Le scene sono di Dario Gessati, i
costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Giuseppe Calabrò e le
coreografie di Riccardo Olivier.
Sul palco sono impegnati il soprano Carmela Remigio, nel ruolo di
Miranda, la donna serpente; il tenore Piero Pretti, che interpreta il re
di Téflis Altidòr, sposo di Miranda; il soprano Erika Grimaldi, nei
panni di Armilla, sorella del re; il soprano Francesca Sassu, che
interpreta il ruolo di Farzana e della corifea. Fanno parte del numeroso
cast anche il baritono Sebastian Catana (Demogorgòn), il mezzosoprano
Anna Maria Chiuri (Canzade), il tenore Francesco Marsiglia (Alditrùf), i
baritoni Marco Filippo Romano (Albrigòr), Roberto de Candia (Pantùl),
Donato Di Gioia (Badur e Il corifeo), Emilio Marcucci (Primo messo e La
voce del mago Geònca) , il tenore Fabrizio Paesano (Tartagìl), il basso
Fabrizio Beggi (Tògrul), il soprano Kate Fruchterman (La fatina
Smeraldina; Una voce nel deserto), il tenore Alejandro Escobar (Secondo
messo), il soprano Eugenia Braynova (Prima fatina), il mezzosoprano
Roberta Garelli (Seconda fatina) e il baritono Giuseppe Capoferri (Una
voce interna).
Carlo Gozzi, che Rai Cultura
propone in diretta su Rai5 dal Teatro Regio di Torino giovedì 14 aprile
dalle 19.50. Sul podio il Direttore Musicale del Teatro, Gianandrea
Noseda, fervido sostenitore della produzione di Casella, che dice: “Con
La donna serpente il compositore torinese ha creato un’opera fuori dagli
schemi, mettendo a frutto una fervida fantasia creativa. Casella mette
in atto uno strappo analogo a quello che la seconda Scuola di Vienna
attua nei confronti dell’Espressionismo, con la differenza che la
corrente stilistica dalla quale prende le distanze è il Verismo”.