26
settembre 2014 – ore
21,15
Saluzzo (CN) – Teatro Politeama – via Palazzo di Città
15
ingresso 8 euro, ridotti 5 euro
Il
terzo appuntamento della rassegna Jazz Visions è in programma
venerdì 26 settembre al
Teatro Politeama di Saluzzo (Cuneo) in via Palazzo di
Città, 15 alle ore 21.15. Sul palco, la “Daniele Di Bonaventura
Band’Union”, formazione che annovera Daniele
Di Bonaventura al bandoneòn, Marcello Peghin, alla chitarra a 10 corde,
Felice Del Gaudio al contrabbasso e Alfredo
Laviano alle percussioni.
Definire la musica è cosa non facile, se non sterile, soprattutto
quando essa è il risultato di influssi lontani nel tempo e nello spazio. Daniele
Di Bonaventura ha scelto il bandoneòn come mezzo per esprimersi, e già questo ci
lascia immaginare passi di tango e nebbie del Rio de la Plata: ma il suo
interesse non si esaurisce qui. Compositore e arrangiatore, ma anche pianista e
violoncellista, si è infilato in ogni angolo musicale, in ogni melodia
mediterranea, nell’improvvisazione jazz, nelle sperimentazioni sonore e nelle
suggestioni etniche, per liberare la sua poesia e la sua forte capacità
comunicativa.
L’ingresso
per questo spettacolo è a pagamento: 8 euro biglietto intero e 5 euro
ridotto.
Tanti, nella storia, hanno tentato invano di individuare una
definizione che potesse in qualche maniera legare il jazz a qualcosa che
l’intelletto potesse addomesticare, inserendolo in quelle caselle dei generi
musicali tanto care a chi non può viaggiare con la fantasia, ma è stato tutto
inutile: il jazz è improvvisazione, rivolta delle emozioni contro la
repressione, una forma d’arte piena di sfumature che non conosce limiti, confini
e definizioni. E’ sincretismo: non si sa dove inizia né dove finisce. Bill Evans
era convinto che il jazz non si potesse spiegare a qualcuno senza perderne
l’esperienza, senza vederselo scivolare via dalle mani, perché il jazz
dev’essere vissuto, non sente le parole. E le parole sono fanciulli della
ragione, non potrebbero spiegarlo né tradurre il suo feeling, perché non ne sono
parte. E’ proprio così: il jazz non è un teorema intellettuale… è feeling. E’
questo è uno dei motivi per i quali la rassegna di musica e arti visive Jazz
Visions è un appuntamento imperdibile per tutti coloro che vogliono farsi
trascinare in un viaggio fatto di note, immagini, “visioni”, colori, arte.
Il festival, organizzato dal Cenacolo Studi “Michele Ginotta”
sotto la direzione artistica di Luigi Martinale, ospita ogni anno
artisti di fama internazionale, distinguendosi per la qualità ed il prestigio
dell’offerta musicale, sempre elevatissima. Ma non c’è solo grande musica al
Jazz Visions: ogni appuntamento è preparato con la massima dedizione per
soddisfare tutti i sensi; e allora via ai colori, alla pittura, alla fotografia
e alle multi visioni. Ad accompagnare con le sue mostre ogni concerto della
rassegna di questa edizione sarà il ceramista e scultore cuneese Michelangelo
Tallone, che presenterà le sue forme d’arte in spazi appositamente allestiti
nelle location che ospiteranno il festival. E poi ci sono i team
“Click&Jazz”, e “Click&Jazz Junior” (novità di quest’anno,
rivolta a giovani curiosi del mezzo fotografico) che si occuperanno delle
riprese fotografiche del concerto:i migliori scatti saranno successivamente
visionabili da tutti sul sito della rassegna www.jazzvisions.it
e
anche su Facebook alla pagina JazzVisions.
Prossimi concerti
Il
penultimo appuntamento del Jazz Visions riempirà di gioia i veri appassionati
del genere: il prestigio degli artisti e la splendida
location assicurano un concerto da brividi.Sabato
25 ottobre alle
ore 21.15, al Teatro Sociale di Pinerolo (Torino) in
Piazza Vittorio Veneto 1, Paolo Fresu e Tino Tracanna, due musicisti che
non hanno bisogno di presentazioni, saranno ospiti del Luigi Martinale
Trio, con Luigi Martinale al pianoforte e composizioni, Mauro Battisti al
contrabbasso e Paolo Franciscone alla batteria. Naturalmente, Paolo Fresu alla
tromba e al flicorno e Tino Tracanna ai sassofoni.
Paolo
Fresu e Tino Tracanna suonano insieme da ben 30 anni, condividendo concerti in
ogni parte del mondo e realizzazioni discografiche che hanno contraddistinto il
loro percorso artistico. Entrambi musicalmente curiosi, hanno dato il loro
contributo creativo ad innumerevoli situazioni musicali.Per
questa occasione rivolgeranno la loro “curiosità” alle composizioni di Luigi
Martinale, autore prolifico e dalla scrittura personale, in compagnia di Mauro
Battisti e Paolo Franciscone, una sezione ritmica fantasiosa, attenta ad ogni
dettaglio e capace di esaltare in modo personale e con grande libertà la musica
affrontata.
L’ingresso
per questo spettacolo è a pagamento: 12 euro biglietto intero e 8 euro
ridotto.
L’ultimo
concerto della rassegna avrà luogo al Teatro Silvio Pellico di Bagnolo
Piemonte (Cuneo), in corso Marconi, 1,sabato
22 novembre alle
ore 21.15 con il Frédéric Viale Quartet, con Frédéric Viale alla
fisarmonica e bandoneon, Nelson Veras alla chitarra,
Natallino Neto al basso elettrico e Zaza Desiderio alla
batteria.
L’emigrazione
piemontese in Francia durante lo scorso secolo è stata un fenomeno molto forte:
a volte era stagionale, mentre in altri casi è diventata definitiva, costellando
oggi il sud della Francia di cognomi il più delle volte provenienti dalla
provincia di Cuneo. Chi emigra, oltre alla speranza, porta sempre con sé la
propria musica e i propri strumenti, andandosi poi ad integrare con la cultura e
le abitudini del posto. Frédéric Viale affonda le sue origini nella provincia
Granda e suona la fisarmonica, strumento un tempo considerato poco jazzistico,
ma molto adatto per il valse-musette francese. Oggi le influenze musicali
viaggiano rapidamente e Viale ha incorporato nella sua musica anche il tango di
Piazzolla e le suggestioni brasiliane, complici i suoi musicisti carioca.
Un
concerto fatto di colori, movimento, ricordi e curiosità per il futuro, con un
pizzico di tante musiche e tante influenze incontrate nel suo
cammino.
L’ingresso
per questo spettacolo è a pagamento: 8 euro biglietto intero e 5 euro
ridotto.
Come
precedentemente anticipato, l’artista ospite dell’edizione 2014 della rassegna
Jazz Visions sarà Michelangelo Tallone, ceramista cuneese e
scultore nato nel 1964 che diventa ceramista di professione nel 1986. Già alla
fine degli anni ottanta, Michelangelo recupera una tecnica antichissima: il
bucchero, che risale al VII secolo a.C. ed era già conosciuto dagli Etruschi.
Questa tecnica diventa il suo marchio di fabbrica; studia, lavora e reinventa i
suoi buccheri: è l’incontro alchemico. La contemporaneità che sposa l’arcaico.
Segni, sbalzi, forme che cercano l’uomo e dall’uomo ridiventano segni, sbalzi,
forme…
Michelangelo
espone in alcune delle più importanti rassegne internazionali, quali la mostra
“Kerama” a Demonte, “Incontri d’arte” nella Provincia di Cuneo, “Quattro Artisti
per la Pace” nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma e tante altre.
Nel 1999 si aggiudica il 1° premio alla VI edizione del Premio
Saccarello, concorso di scultura. Nel 2005 lavora alla Cappella della Vita
Nuova, eseguendo un bassorilievo raffigurante la Vergine (Madre della Vita),
l’altare ed una grande scultura, un Cristo risorto.Nell’aprile 2014
inizia l’anno espositivo a Milano con la personale “Sculture“ nella Sala degli
Affreschi del Palazzo Isimbardi, sede della Provincia. In
questo ultimo periodo, Michelangelo è affascinato dagli intriganti risultati
cromatici di terre bruciate e arrugginite che colorano i suoi grandi pannelli.
Questi risultati li ottiene cuocendo con un forno a segatura, un’altra
antichissima tecnica di riduzione che, come il bucchero, gli permette di poter
“giocare” con il fuoco. Questi suoi grandiosi “giochi artistici” saranno
visionabili da tutti gli spettatori di Jazz Visions 2014.
DANIELE
DI BONAVENTURA BAND’UNIÒN
Daniele Di Bonaventura, bandoneòn
Marcello Peghin, chitarra 10 corde
Felice Del Gaudio,
contrabbasso
Alfredo Laviano, percussioni
Definire la musica è cosa non facile, se non sterile, soprattutto
quando essa è il risultato di influssi lontani nel tempo e nello spazio. Daniele
Di Bonaventura ha scelto il bandoneòn come mezzo per esprimersi, e già questo ci
lascia immaginare passi di tango e nebbie del Rio de la Plata: ma il suo
interesse non si esaurisce qui. Compositore e arrangiatore, ma anche pianista e
violoncellista, si è infilato in ogni angolo musicale, in ogni melodia
mediterranea, nell’improvvisazione jazz, nelle sperimentazioni sonore e
nellesuggestioni etniche, per liberare la sua poesia e la sua forte capacità
comunicativa.
Daniele Di Bonaventura
Nato a Fermo (nelle Marche), Daniele di Bonaventura,
compositore-arrangiatore, pianista-bandoneonista, ha coltivato sin dall’inizio
della sua attività un forte interesse per la musica improvvisata pur avendo una
formazione musicale di estrazione classica (diploma in Composizione) iniziata a
soli 8 anni con lo studio del pianoforte, del violoncello, della composizione e
della direzione d’orchestra.
Le sue collaborazioni spaziano dalla musica
classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla
world music, con incursioni nel mondo del teatro del cinema e della danza.
Impossibile elencare le sue collaborazioni e le incisioni
discografiche, ricordiamo soltanto le ultime: “Mistico
Mediterraneo”, pubblicato dalla ECM, celeberrima etichetta
tedesca, un’ opera condivisa con il gruppo vocale della Corsica “A
Filetta” e Paolo Fresu e il recente “Nadir”, pubblicato per la
nuova etichetta discografica Tuk Music di Paolo Fresu.
Marcello Peghin
Alterna al repertorio classico la musica jazz, con l’utilizzo di
chitarre classiche a 6 e 10 corde, chitarre Elettriche, synth e live
electronics. La sua attività si svolge prevalentemente nel campo della ricerca
etno-jazz, con collaborazioni e progetti elaborati sia in campo nazionale che
internazionale. Ha conseguito negli anni premi e riconoscimenti di vario tipo,
suonando insieme a musicisti di diversa estrazione e nazionalità tra i quali
Dino Saluzzi, Paolo Fresu, Enrico Rava, Tony Scott, Lester Bowie, Flavio Boltro,
Furio Di Castri, Michael Marre, Sainkho, Antonello Salis, Nasser Shemma, Mark
Harris, Daniele di Bonaventura, Paolino Dalla Porta.
Da segnalare la sua lunga collaborazione con Enza Favata,
all’interno del gruppo Jana Project.
Felice Del Gaudio
Inizia la sua carriera musicale collaborando con il cantautore
Mango. Successivamente intraprende
Un’intensa attività fatta di studi al Conservatorio, di stages
musicali e di collaborazioni con orchestre: Hengel Gualdi, Piergiorgio Farina e
Dr. Dixie Jazz Band; con quest’ultima formazione inizia ad incidere dischi e
partecipa ad alcune trasmissioni della RAI. La sua strada prosegue collaborando
a tournée di musicisti di ogni tipo, dai più impegnati ai più “leggeri”, senza
dimenticare l’insegnamento del contrabbasso e del basso per il quale dedica un
metodo, edito da Intras Musical Service. Attivo anche nel campo teatrale ha
inoltre curato gli arrangiamenti di Bologna-Teatro per Leo De
Berardinis.
Alfredo Laviano
Da sempre immerso in colori e tele trova la sua strada espressiva
scoprendo le percussioni: scelta che si tradurrà in un diploma di Conservatorio,
nel ’94. I suoi lunghi viaggi si traducono in strumenti e suoni sempre più
antichi e nuovi e sorprendenti: quelli che si possono cavare da legni, zucche,
metalli… Partecipa a numerosi Festival italiani ed europei con varie
formazioni. Attualmente collabora con Daniele Di Bonaventura, Franco Morone,
Rita Botto, Teo Ciavarella, Mauro De Federicis, Felice Del Gaudio. Partecipa al
Festival di Verona Jazz 2000 suonando nel gruppo Fancy Chamber Music di Carla
Bley e Steve Swallow.
Informazioni al
pubblico (da pubblicare): 339/251.42.18 oppure 347/314.12.94 info@jazzvisions.it