A caccia di Giotto in Emilia Romagna: Tour inedito fra Bologna e Rimini

Il Crocifisso di Giotto sull’altare del Duomo di Rimini

Non tutti lo sanno, ma Giotto visse per un periodo in Emilia Romagna, lasciando dietro di sé tante tracce di bellezza – Per gli esploratori del bello, ecco un tour inedito lungo la via Emilia a caccia dei segni del pittore più famoso del medio Evo mondiale – Dal commovente Polittico alla Pinacoteca Nazionale di Bologna alla Madonna con il bambino a Bologna, al Crocefisso nel Tempio Malatestiano di Rimini, oltre a una folta schiera di artisti cresciuti e formati sotto la guida di Giotto – Un’esperienza culturale perfetta per un week end

Un week end sulle tracce di Giotto. Un tour inedito poiché si svolge tutto sulla via Emilia.  Anche se non tutti lo sanno, Giotto, il più famoso pittore del Medioevo, negli anni di massima maturità (1333-34) trascorse un lungo periodo a Bologna. L’aveva chiamato il cardinale Bertrando del Poggetto che voleva trasferire la sede del Papato a Bologna. La città dunque doveva essere ulteriormente impreziosita. Per questo c’era solo una cosa da fare: ingaggiare il più famoso artista del momento. Giotto arrivò. E non solo si trovò molto bene in Emilia Romagna, ma formò alla sua scuola molti giovani pittori che in alcuni casi, quasi superarono il Maestro. Ecco tutte le tappe di questo suggestivo itinerario.

GIOTTO A BOLOGNA
COSA: Impossibile non emozionarsi davanti al famoso polittico – si tratta di cinque tavole incorniciate – La Madonna con Bambino in trono e, ai lati, i Santi Pietro, Gabriele Arcangelo, Michele Arcangelo e Paolo.
DOVE: La Pinacoteca Nazionale è uno dei più importanti musei in Italia. Tutte le stelle dell’Arte italiana dal ‘200 al ‘700 sono qui: Giotto, Raffaello, Annibale e Ludovico Carracci, Guido Reni, il Guercino, tanto per citarne alcuni. Accanto a Giotto splendide e ricche sono le sale 1 e 3 dedicate al Trecento italiano.
PERCHE’ VEDERLO: Per l’umanità, la naturalità, in una parola: la vita, che percespiscono in queste pennellate. Straordinario il Gesù Bambino che si arrampica sul corpo della madre. Possenti e monumentali le figure della Madonna e dei Santi.
COSA ASSAGGIARE: I veri tortellini bolognesi in brodo, seguiti da un carrello di bolliti e da un fritto misto bolognese che comprende anche la crema. Anche se l’idea più nuova è …farseli da soli tortellini e tagliatelle. Come? Iscrivendosi al minicorso di mezza giornata di cucina bolognese.
INFO: IAT (Ufficio turistico ) tel. 051/239.660   Pinacoteca Nazionale:  tel. 051/74.209.411, www.pinacotecabologna.it

GIOTTO A FAENZA
COSA: Una tavola raffigurante la Madonna con Bambino e Santi. Il fondo è dorato. Nella parte superiore la Madonna, sotto i Santi Francesco, Michele Arcangelo, Agostino, Caterina e Chiara.
L’ARTISTA: Giovanni da Rimini, uno dei pittori che maturarono nel periodo in cui Giotto era presente a Rimini.
DOVE: Nel vestibolo della Pinacoteca Comunale (1797) ex convento dei Gesuiti.
PERCHE’ VEDERLO: Per l’estrema naturalezza e per il solido volume corporeo che il pittore è riuscito a infondere a questo quadro. Tenerissima è la Madonna, che con fare affettuoso sostiene il bambino rivolto verso di lei. Sì, come fanno tutte le mamme del mondo.
DA NON PERDERE: Il Museo internazionale delle Ceramiche (Mic). Ce ne sono di tutti i tipi: da quelle etrusche, greche, romane, alle contemporanee. Dall’Italia al Sudamerica. Fate il quiz all’olfattoteca nella vicina Casola Valsenio, uno dei più grandi giardini di erbe officinali d’Europa e capitale dei frutti dimenticati: pere volpine, giuggiole, mele della rosa.  
COSA ASSAGGIARE: I passatelli fatti in casa in una osteria del centro. Gli strozzapreti (pasta tipica della tradizione romagnola), in stile Peppone e Don Camillo: il loro nome deriva dall’augurio a soffocarsi che i capifamiglia facevano al prete del paese ogni volta che le “azdore” (le reggitrici del focolare domestico romagnolo) cucinavano questo piatto. Vino da abbinare al piatto? I tipici Sangiovese e Cagnina.
INFO: IAT Faenza, tel: 0546/25231
MIC, tel. 0546/69.7311 www.micfaenza.org – Giardino Erbe officinali tel. 0546/73.158 www.ilgiardinodelleerbe.it  – IAT Riolo Terme, tel. 0546/71.044

GIOTTO A FORLI’
COSA: Affresco con Crocifissione (1308) e i dolenti Madonna e San Giovanni Evangelista.
L’ARTISTA: Giuliano da Rimini. E’ uno dei maggiori rappresentanti della Scuola Riminese del Trecento, nata durante il soggiorno di Giotto a Rimini.
DOVE: Sala del Capitolo (XIV sec) all’interno della Chiesa di Santa Maria dei Servi.
PERCHE’ VEDERLO: Per il realismo del torace e dei pochi indumenti di Gesù, l’opera rimanda alla Croce dipinta da Giotto per i francescani di Rimini.
DA NON PERDERE: il complesso dei Musei di San Domenico. Una volta era un antico convento medioevale, pieno di silenzio e spiritualità, riempito solo dai canti dei monaci domenicani. Oggi questo complesso (si tratta di cinque edifici adiacenti), dopo aver passato mille avventure (come l’esproprio da parte delle truppe di Napoleone) e disavventure si è trasformato in uno dei musei più interessanti in Italia, che propone annualmente importanti esposizioni d’arte. In questo periodo ospita un evento internazionale: la prima grande mostra italiana dedicata al Liberty.
COSA ASSAGGIARE: Due formaggi freschi: il Raviggiolo, formaggio crudo, morbido e il delicato Squacquerone. Finiranno su una piadina! Particolare anche il Bustrengo, dolce povero romagnolo, pasta croccante a base di miele scorza di arancia, mais, frutta secca.
INFO: IAT  tel. 0543/712.435  www.turismoforlivese.it

GIOTTO A RIMINI
COSA: Crocefisso sull’altare.
L’ARTISTA: Giotto. Nel suo soggiorno riminese (1303-12, circa) Giotto dipinse tanto per la città. Purtroppo quando Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini (1450) fece radere al suolo, senza tanti complimenti, la Chiesa di San Francesco per costruire il Tempio Malatestiano (una sorta di mausoleo), tutti i dipinti andarono distrutti. Unico superstite è questo Crocefisso. 
DOVE: Altare maggiore del Tempio Malatestiano, marmoreo e ieratico edificio firmato dal grande Leon Battista Alberti. Oltre al Crocefisso di Giotto, vi sono custoditi capolavori dell’arte medioevale e rinascimentale.
PERCHE’ VEDERLO: Perché sembra un’immagine reale. L’accurata definizione del torace reclinato e dell’addome sporgente rappresentarono un modello per i pittori di Rimini e delle Marche.
DA NON PERDERE: Non tutti sanno che Rimini, anzi l’antica Ariminum, è una splendida città d’arte. Tour dell’antica Roma fra il Ponte di Tiberio (2000 anni nel 2014, ancora in servizio) e l’Arco di Augusto. Visitatissima la Domus del Chirurgo. Reperto stile Pompei, l’unico ambulatorio romano arrivato ai giorni nostri. Il tramonto sulla “palata” mentre i pescherecci rientrano in porto. La movida nella zona della pescheria settecentesca. 
COSA ASSAGGIARE: Pesce azzurro dell’Adriatico. Una piadina in uno dei chioschetti aperti giorno e notte. Da non perdere una passeggiata notturna fino al Grand Hotel di Rimini (monumento nazionale) per tornare indietro nel tempo fino ad Amarcord di Federico Fellini.
INFO: IAT 0541/569.02 www.riminiturismo.it

E ANCORA A RIMINI
COSA: Oltre 40 dipinti della Scuola Riminese del Trecento. Nel soggiorno di Giotto a Rimini alcuni brillanti pittori si formarono sulla sua impronta. Dolci, intensi, continuarono a innovarsi e talvolta superarono il Maestro. Geniali, ma “meteore” della pittura: in 50 anni la scuola si estinse, per via della peste del 1348 che provocò la morte dei suoi principali esponenti.
GLI ARTISTI: Giovanni da Rimini, il fratello Giuliano da Rimini, Maestro del Coro di Sant’Agostino, Pietro da Rimini, Maestro di Montefiore, per citarne alcuni.
DOVE: Chiesa di san Giovanni Evangelista o Sant’Agostino. Una splendida sezione al Museo della Città (grandioso il Giudizio Universale). Tempio Malatestiano.
PERCHE’ VEDERLO: Per il talento nel rendere i volumi e per la naturalezza (guardate i corpi di Cristo, toraci, addomi). Per la dolcezza e l’umanità. Osservazione di piccoli particolari quotidiani.
DA NON PERDERE: Completare la visita del Museo della Città. Un giro in barca per vedere il Ponte di Tiberio da un’altra prospettiva. Gironzolare nelle viuzze del borgo San Giuliano, con le casine basse color pastello, decorate da murales: Fellini e Giulietta Masina lo adoravano.
COSA ASSAGGIARE: Un piatto di “purazze” (letteralmente poveracce). le vongole dell’Adriatico sono più piccole di quelle di allevamento. Tutto il pesce azzurro: mazzole, paganelli, suri, sgombri, triglie…Si può anche vivere un giorno da lupi di mare: pesca d’altura e spuntino a bordo con i veri pescatori (info presso gli uffici turistici).

GIOTTO A VERUCCHIO
COSA: Un Crocifisso ligneo di Scuola trecentesca riminese e un’altra Crocifissione.
GLI ARTISTI: Anonimi della Scuola trecentesca riminese, formatasi durante il soggiorno di Giotto a Rimini.
DOVE: Collegiata dei Santi Martino e Francesco d’Assisi ( l Crocifisso ligneo è nel braccio sinistro del transetto) – Convento di San Francesco nel paese sottostante di Villa Verucchio.
VEDERLO: Per l’intensità dei volti e perché davanti all’antichissimo (XIII sec.) Convento Francescano di Villa Verucchio, immerso nella pace e nel verde, giganteggia un cipresso di oltre 700 anni, alto 23 metri: la leggenda vuole che sia stato piantato da San Francesco. 
DA NON PERDERE: Il borgo di Verucchio è posto su uno sperone vagamente minaccioso che si staglia sul Montefeltro. Era di qui Malatesta da Verucchio (il Mastin Vecchio di Dante), la stirpe che a colpi di spada conquistò e dominò mezza regione per 300 anni. Anche Giotto lavorò per i Malatesta. Atmosfera medioevale. Il Museo Archeologico ha una fama internazionale. Meritatissima.
COSA ASSAGGIARE: La piadina regna sovrana nei tanti piccoli ristoranti e osterie che si affacciano sulle stradine acciottolate. E visto che Rimini è a due passi, buono anche il pesce fresco. Come vino ordinate al cameriere Sangiovese, Trebbiano e Albana.
INFO: IAT Verucchio, tel.0541/670.222 Convento Francescano tel.0541/678.417 Museo Archeologico tel.0541/670.222

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