Giovedì 06 febbraio NON VOGLIO CHE CLARA presentano L’AMORE FIN CHE DURA in uno showcase @ Arci Biko, Milano

GIOVEDI’
06 FEBBRAIO 2014
Non Voglio Che
Clara

presentano

l’Amore
fin che dura”

SHOW
CASE AL CIRCOLO ARCI BIKO

Via Ettore Ponti,
40

Milano

H 22.00 – Sottoscrizione 10€ con
tessera Arci
Info Line: 3398543404

“La musica si fa colonna sonora
della memoria, cercando di ricomporre quelle schegge di pensieri in mosaici di
assoluto nitore.

(…) Mai come qui De Min e compagni
hanno saputo creare depistaggi e fraintendimenti ad hoc, dando vita ad un disco
estremamente intrigante”  BLOW UP “Un
gusto crepuscolare, malinconico nei toni, pregnante nel messaggio.(…) Un nuovo
album una nuova carta giocata molto bene”IL
MUCCHIO
 “De Min si conferma osservatore
discreto di un’umanità appiattita ai margini, oltre che arrangiatore superlativo
(coproduce Giulio Ragno Favero),

capace di aggiornare la migliore
tradizione italiana rivestendola di fascinazioni letterarie e cinematografiche
mai banali.”ROCKERILLA
“Dai
Sixties a certi ‘80, dal disincanto alla solitudine, dalla generica
insoddisfazione esistenziale al desiderio di celebrare – con discrezione – le
piccole,

grandi gioie che la vita comunque
offre, tutto concorre a dipingere (o affrescare?) un immaginario
intensissimo,

che evita la volgarità dei colori
sgargianti a favore di toni più sobri e magari lividi ma
che,

senza rinunciare alle sfumature,
cerca la nitidezza del tratto.”Federico Guglielmi su
fanpage.it

La band bellunese guidata da Fabio
De Min, che insieme a Baustelle e Virginiana Miller ha segnato per prima il
rinnovamento di certa sofisticata tradizione musicale italiana, parte in tour
per presentare il nuovo atteso album “L’amore fin che dura”, anticipato dal
singolo Le Mogli, in uscita per Picicca Dischi con distribuzione Sony il
prossimo 21 gennaio. Un album caratterizzato da una bellezza algida ma dai suoni
densi, dove ogni strumento e ogni soluzione stilistica sembrano mirare verso un
obiettivo preciso. Dieci brani, dieci storie disincantate di cui “Le mogli” è
perfettamente compiuta rappresentante.

L’amore è un sentimento che
consuma e si consuma, per questo è destinato a spegnersi. L’amore è una
questione di tempo. Un tempo sempre diverso ma comunque finito, che può
attraversare stagioni buone e guerre, ma che rimane soprattutto la storia di
ognuno di noi. Per questo, nonostante il piccolo tributo morfologico alla più
nota hit di Orietta Berti, “L’Amore Fin Che Dura” esprime la necessità di non
aspettare, di fuggire dalle convenzioni che determinano le nostre vite, di
protestare per il vino e di sognare le donne di città.  Il quarto album dei Non
Voglio Che Clara parte da qui, non è un concept ma ha tante caratteristiche che
lo fanno sembrare tale: dieci storie idealmente vicine le une alle altre, nate
insieme, negli stessi luoghi e in un tempo contenuto. Non era mai successo
prima, nella quasi decennale discografia della band veneta. Storie che hanno un
filo conduttore, e ad una prima occhiata lo si può già notare nei titoli, tutti
rigorosamente formati da articolo determinativo più sostantivo quasi a
sottolineare l’impulso unitario da cui sono partite, quasi per ricordare gli
incipit incatenati di Calvino. Ma il vero leitmotiv sono i toni chiaroscuro con
cui Fabio De Min ha deciso di colorare le sue canzoni, il realismo disincantato
che permea ogni azione dei personaggi che animano questi trentacinque minuti di
musica, la tranquillità apparente dietro cui si celano i tradimenti di una
futura coppia (“Le Mogli”), le attese di un uomo (“Lo Zio”), le convinzioni di
una donna. Sono istantanee allo stesso tempo reali e metafisiche, in cui
ritrovare le famose “coltri di grigia quotidianità” ma che sottintendono
qualcosa che non conosciamo del tutto, che fuoriesce dal minutaggio delle
canzoni, dalle note, dalle parole (“Il Complotto”). Più che ricercare delle
influenze musicali, “L’amore fin che dura” omaggia P.K. Dick, Raymond Carver,
Edward Hopper.
E poi c’è quella matrice elegante che da sempre marchia la
musica composta dai Non Voglio Che Clara, una bellezza algida ma dai suoni
densi, dove ogni strumento e ogni soluzione stilistica sembrano mirare verso un
obiettivo preciso, focalizzato: che sia l’elettronica di “L’Escamotage” o
l’arrangiamento di fiati de “Gli Acrobati”, ogni componente è funzionale per
tratteggiare il suono di De Min e soci, che così possono prendere spunto dai
Beach Boys per parlare in “La Sera” di uno dei due omicidi presenti nel disco,
insieme a quello nella pianocentrica “La Bonne Heure”. O ancora, possono partire
da Neil Young passando per territori più consoni a Lucio Battisti (“Le Anitre”).
Ma sono suggestioni più che vere influenze, sensazioni e non certezze. Quel che
è certo è che gli ultimi due capitoli del disco rappresentano le eccezioni che
confermano le regole ferree che tengono insieme “L’Amore Fin Che Dura”: se “La
Caccia” è una canzone abbozzata qualche anno fa e che già rischiava di essere
inserita nel precedente album, “I Condomini”, scarna e acustica com’è, si
avvicina all’essenza di folk dritto e pulito che Fabio De Min si è portato
dentro la custodia della chitarra quando ha cominciato a scrivere i brani di
questo disco. Come a dire “siamo partiti da qui”. Poi sono arrivati gli altri
tre compagni di viaggio Marcello Batelli, Martino Cuman e Igor de Paoli; i vari
studi di registrazione, Giulio Ragno Favero che ha suonato, registrato e
coprodotto il disco; alcuni importanti ospiti tra cui Rodrigo D’Erasmo e Paola
“Dilaila” Colombo. Non resta che attendere il 21 gennaio, e se l’amore è fin che
dura ed è una questione di tempo, vorrà dire che con buona pace di Orietta Berti
e della sua barca, noi continueremo a protestare, a sognare e a sperare che i
Non Voglio Che Clara si mantengano sempre così in salute.READ
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